Le Rose italiane: un patrimonio da riscoprire e valorizzare
La Fondazione “Roseto Botanico Carla Fineschi di Cavriglia” organizza per il 16 e il 17 Maggio 2013 un convegno dal titolo “Le Rose italiane: un patrimonio da riscoprire e valorizzare”. Il tema è stato scelto in quanto di grande attualità: sono molti, oggi, a interessarsi delle varietà italiane realizzate nel XIX e XX secolo, mentre fino a qualche anno fa tale categoria era sprofondata nell’oblio quasi assoluto.
Il Roseto di Cavriglia ha sempre posto grande attenzione alla storia degli ibridatori italiani, tanto da avere una delle più ampie collezioni del genere. Autori come Bonfiglioli, Borgatti, Aicardi, Mansuino, Embriaco, Giacomasso, Cazzaniga, Motta, Ingegnoli, Sgaravatti, Pironti, Zandri, Stazione Sperimentale di Sanremo, sono ben rappresentati nel roseto di Cavriglia, insieme alle rose storiche di Barni che ora si arricchiscono delle novità create dalle nuove generazioni. Tutti insieme, questi autori (più i tanti altri che hanno fatto la storia della rosa italiana) rappresentano la risposta nazionale alle più note famiglie di ibridatori inglesi, tedeschi, francesi, belgi e olandesi, da Dickson a Beales, da Kordes a Tantau, da Meilland a Delbard, da Lens a Verschuren, solo per citarne alcuni.
Sarà interessante verificare la portata del contributo fornito dagli italiani all’evoluzione del genus Rosa e indagare le ragioni storiche, climatiche e culturali della loro marginalità rispetto agli stranieri, conoscere caratteristiche, curiosità e misteri, ricevere le informazioni necessarie per poter valutare adeguatamente il significato dell’esperienza italiana nell’ibridazione della Rosa. Tutto ciò sarà possibile grazie alla presenza di autorevoli relatori e quindi i partecipanti potranno visitare il Roseto di Cavriglia nel suo massimo splendore, con la possibilità di usufruire anche di soste “mirate” in settori specifici della collezione botanica alla presenza di autentici esperti. Il convegno è dedicato a Gianfranco Fineschi, fondatore del Roseto, che con la lungimiranza intuì, in tempi remoti, il valore degli “italiani”, e si comportò da pioniere aprendo una strada oggi finalmente percorsa.