Giardino Alpino Botanico Rezia
- Via Sertorelli 23032 - Bormio (SO)
tel: +39 0342 927370 - fax +39 0342 900899
e-mail: giardino.rezia@stelviopark.it
web: www.stelviopark.it - RESPONSABILI Valentino Martinelli
- ORARI aperto al pubblico dal 1 giugno al 30 settembre (compresi sabato e domenica)
- INGRESSO biglietto a pagamento
- BOOKSHOP no
- SUPERFICIE 14000 mq
- VISITE GUIDATE Con prenotazione anticipata è offerta la possibilità di usufruire di una guida per la visita del Giardino (a pagamento). Al di fuori del periodo d’apertura la visita del Giardino può essere richiesta all’Amministrazione del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio. Per visite collettive l’Amministrazione dispone di personale per l’accompagnamento. Il Giardino offre inoltre un servizio d’informazione e vendita materiale inerente al Parco Nazionale dello Stelvio.
- INDEX SEMINUM
Cenni storici
Il Giardino Botanico Alpino “REZIA” è posto ad un’altezza di circa 1350/1400 m.s.m., è localizzato su terreno prevalentemente calcareo ed in parte roccioso, condizioni che hanno reso necessari speciali accorgimenti per favorire l’attecchimento e lo sviluppo dei vegetali che vivono in territori di diversa altitudine e su terreni a reazione acida.
Nelle zone rupestri è stato necessario procedere alla creazione di ripiani sui quali il terreno è stato trattenuto ed alla costruzione di scalette e sentieri che permette l’accesso sia al visitatore sia ai curatori del giardino, in modo facile e sicuro.
Nel Giardino sono state create quattro sezioni (comprendenti 64 settori) entro le quali sono state riunite le piante in base alle loro caratteristiche ecologiche od utilitarie:
FLORA DEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO; COLLEZIONI FITOGEOGRAFICHE; COLLEZIONI SISTEMATICHE; ARBORETO.
Non è stata trascurata la sezione fitogeografica nella quale sono state messe a dimora piante della medesima zona geografica.
Struttura e organizzazione
I lavori di realizzazione del Giardino Botanico sono iniziati nel 1979, con apertura al pubblico nel 1982. Esso si trova in località Campello, sopra Bormio, sulle pendici del monte Reit.
La gestione del Giardino è affidata al Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio subentrata nel 1996 alla precedente amministrazione.
Lo scopo principale è quello di conservazione delle specie vegetali presenti sul nostro territorio, e quindi di conservare il patrimonio floristico, minacciato di scomparsa o di riduzione per le azioni distruttive dall’uomo. Basti pensare alla scomparsa dell’unica stazione di Caltha palustris presso il lago artificiale di Fraele, reintrodotta dal Giardino nel 1988 con buoni risultati.
Il Giardino Alpino, oltre ad essere un importante polo d’attrazione turistica, una fonte di divulgazione scientifica, un richiamo per gli appassionati della fotografia naturalistica, è un punto di riferimento di materiale riproduttivo di specie rare, ricercate o in fase di scomparsa,
che in questo modo è salvaguardato e conservato.
Il personale impiegato è dipendente del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio. Si occupa in particolare del Giardino un responsabile, che ne coordina l’attività, dalla distribuzione del lavoro ai rapporti con l’Amministrazione; un dipendente per il servizio al pantografo e alla manutenzione ordinaria del Giardino; quattro – cinque unità stagionali per pulizie aiuole, diserbo, potature, sistemazioni vialetti, trapianti ecc.; 2 unità stagionali per vendita biglietti d’ingresso, vendita materiale informativo, informazioni ed aiuto alla raccolta semi del Giardino e alla loro preparazione.
Le principali collezioni
FLORA DEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO – La flora del Parco Nazionale dello Stelvio, che nel giardino è la più rappresentativa, è disposta in ordine fitosociologico, suddivisa questa sezione in settori (31) che comprendono le piante appartenenti alla medesima classe d’associazione.
I settori nei quali sono suddivisa la flora del Parco Nazionale dello Stelvio sono i seguenti:
I° SETTORE: ALTE ERBE
Specie dei terreni molto ricchi di sostanze organiche, caratteristiche dei riposi e dei posti di stabulazione esterna del bestiame e specie erbacee delle gole umide e fresche a suolo irrigato.
II° SETTORE: SPECIE DELLE VALLETTE NIVALI
Piante delle depressioni e degli avvallamenti ove persistono a lungo le nevi, limitando i periodi di vita vegetale a tempi molto brevi, tanto su suolo nivale acido che su suolo calcareo specialmente tra 2200/2900 m.s.m..
III° SETTORE: SPECIE DELLE PRATERIE UMIDE
Piante delle praterie igrofile submontane ed alpine su suolo neutro, temporaneamente inondate in primavera e secche d’estate.
IV°-V° SETTORE: SPECIE DELLE PRATERIE MONTANE E SUBMONTANE
Piante delle praterie influenzate dall’uomo con la concimazione e le falciature multiple.
VI° SETTORE: SPECIE DELLE PRATERIE MONTANE E SUBALPINE
Specie dei prati su suolo acido, o debolmente acido, spesso umidi, falciati una sola volta.
VII°A e B SETTORE: SPECIE PIONIERE DEI DETRITI E PIETRAIE CALCAREE
Caratteristiche degli orizzonti subalpino, alpino e nivale delle pietraie e delle morene calcaree tra i 1300/3000 m.s.m..
VII°C SETTORE: SPECIE PIONIERE DEI PENDII FRANOSI E PIETRAIE SILICEE
Caratterizzato da specie pioniere degli orizzonti nivale ed alpino delle morene e pietraie silicee asciutte o parzialmente umide tra 2200/2700 m.s.m..
VIII° SETTORE: SPECIE DEI PASCOLI ALPINI ASCIUTTI , SU CALCAREE
Specie dei pendii scarsamente innevati, ripidi, asciutti e sassosi tra 2500/2900 m.s.m..
IX° SETTORE: SPECIE DEI DOSSI VENTOSI SOGGETTI A RAPIDO DISSECAMENTO
Specie soggette ad alti sbalzi di temperatura frequenti tra 2200/2700 m.s.m..
X° SETTORE: SPECIE DELLE PRATERIE SECONDARIE DI PASCOLAMENTO
Specie dei pascoli magri, decalcificati e acidificati, su suolo ricco di humus a predominio di Nardus stricta (specie poco ricercata dal bestiame).
XI° SETTORE: SPECIE DEI PASCOLI ALPINI ARIDI SU SUOLO SILICEO
Specie dei pascoli molto acidi e dei declivi ricchi di humus tra 2300/3000 m.s.m..
XII° SETTORE: SPECIE DELLE RUPI
Caratterizzato da specie delle rupi calcaree.
XIII° SETTORE: SPECIE ARTICO ALPINE
Specie che oggi sono presenti tanto nelle zone artiche che nelle zone ritirate dei ghiacciai.
XIV° SETTORE: SPECIE DELLE ZONE CALPESTATE
Specie resistenti al calpestio, frequenti lungo le strade, nelle piazze e negli altri luoghi ad intenso calpestio.
XV° SETTORE: SPECIE DEI PENDII SASSOSI CALDI, SOLEGGIATI CALCARE
Specie frequenti nei pendii rivolti verso sud, nell’orizzonte montano.
XVI°-XVII° SETTORE: SPECIE DELLE ZONE RUDERALI OD INCOLTE
Specie nitrofile (amano l’azoto), biennali o perenni, delle zone ricche di ruderi o infestanti le colture sarchiate.
XVIII°-XIX° SETTORE: SPECIE ANNUALI DELLE ZONE RICCHE DI RUDERI O
LASCIATE A RIPOSO
Specie nitrofile, a rapido sviluppo ed infestanti.
XX°-XXI° SETTORE: SPECIE AROMATICHE E MEDICINALI
Ospita le specie più comunemente usate e raccolte per la loro proprietà medicinali o aromatiche nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio.
XXII° SETTORE: SPECIE DELLE BOSCAGLIE DI MUGHI
Gruppo di piante molto frequenti nelle boscaglie di pino mugo ed erica.
XXIII° SETTORE: SPECIE XEROFILE DELLE PIETRAIE CALCAREE
Frequenti sulle pendici sassose, aride, solatie, che sono ripopolate da queste specie specialmente dopo frane o riporti di terra.
XXIV°A-B-C SETTORE: SPECIE DELLE ZONE ERBOSE MAGRE
Specie dei relitti steppici e dei pendii rupestri silicei, ardi, poveri di terra ed esposti a sud nelle zone submontane e montane.
XXV° SETTORE: SPECIE DEI BORDI DI BOSCO E DELLE STRADE
Specie frequenti al margine dei boschi, nelle siepi e nei relitti stradali abbandonati.
XXVI° SETTORE: CESPUGLIETI NANI ALPINI-SUBALPINI
Specie osservabili su dossi ventosi montani, al limite dell’orizzonte alpino, su pendii soleggiati, scarsamente innevati o asciutti, poco fertili e qualche volta soggetti ad intenso pascolamento.
XXVII° SETTORE: CESPUGLIETI MONTANI
Specie arbustive frequenti nelle pendici soleggiate, lungo le strade e nei luoghi sassosi montani.
XXVIII° SETTORE: SPECIE DELLE PALUDI E DELLE TORBIERE
Specie idro-igrofile e specie delle sorgenti, dei ruscelli, delle paludi montane e delle torbiere.
XXIX° SETTORE: BOSCAGLIE IGROFILE DI FONDOVALLE
Cespuglieti a salici, boscaglie di ontani osservabili lungo le sponde dei corsi d’acqua.
XXX° SETTORE: SPECIE DELLE ACQUE LIBERE
Specie acquatiche presenti negli stagni e nei laghetti montani ed alpini.
XXXI° SETTORE: SPECIE DEI GRETI FLUVIALI
Piante di suoli abbondantemente permeati d’acqua, sassosi, e di banchi di sabbia alluvionali.
LXII°A-B SETTORE: SPECIE DI SOTTOBOSCO
Specie osservabili a ridosso del sottobosco ed ambienti ombrosi.
LXIII°A-B SETTORE: FELCI, FLORA E VEGETAZIONE RUPICOLA
Piante che vivono nei boschi su terreno umido e presenza di vegetazione caratteristica di rocce e rupi.
LXIV° SETTORE: SPECIE RUDERALI ANNUE
Trattasi di specie annue a rapido accrescimento.
COLLEZIONI FITOGEOGRAFICHE – La sezione fitogeografica ospita alcune tra le specie più rappresentative delle altre zone alpine, delle principali catene montane europee ed extraeuropee, raggruppate secondo la loro distribuzione geografica. E’ suddivisa nei seguenti settori:
XXXII° SETTORE: SPECIE DELLE ALPI ORIENTALI (dalle Dolomiti alle Caravanche)
XXXIII° SETTORE: SPECIE DELLE ALPI OCCIDENTALI E CENTRALI
XXXIII°A SETTORE: SPECIE DELLE ALPI OCCIDENTALI E ORIENTALI
XXXIV°-XXXV° SETTORE: SPECIE DELLE PREALPI INSUBRICHE (Tra il lago Maggiore e il lago di Garda) per la maggiore si tratta di specie endemiche.
XXXVI° SETTORE: SPECIE DELLA FLORA APENNINICA
XXXVII° SETTORE: SPECIE DELL’AMERICA SETTENTRIONALE
XXXVIII° SETTORE: SPECIE DELL’ASIA CENTRALE ED OCCIDENTALE (dei monti Altai e dell’Asia minore)
XXXIX° SETTORE: SPECIE DELL’ASIA ORIENTALE (della Cina e del Giappone)
XL° SETTORE: SPECIE DELLE ZONE AUSTRALI (NuovaZelanda, Patagonia, Isole Folkland)
XLI°-XLII° SETTORE: SPECIE DELLE ZONE ARTICHE ED ANTARTICHE (Groenlandia)
XLIII° SETTORE: SPECIE DELL’EUROPA CENTRALE, PIRENEI E DEGLI URALI
XLIV° SETTORE: SPECIE DEL CAUCASO
XLV° SETTORE: SPECIE DELL’EUROPA CENTRALE E PIRENEI
XLVI°-LVI° SETTORE: SPECIE DEI CARPAZI E DELL’EUROPA ORIENTALE
XLVII°A-B SETTORE: SPECIE DELLA ZONA SIBERIANA
XLVIII° SETTORE: SPECIE DELL’HIMALAYA
XLIX° SETTORE: SPECIE DELL’EUROPA ORIENTALE
L° SETTORE: FLORA DELLE ANDE
COLLEZIONI SISTEMATICHE – La terza sezione riguarda le piante della collezione sistematica raggruppate per generi.
Ad esempio sono rappresentate il maggior numero possibile di specie del genere Leontopodium, del genere Dianthus, del genere Gentiana, del genere Potentilla, del genere Saxifraga, ecc..
ARBORETO – La quarta sezione è destinata ad arboreto con presenza di piante del Parco Nazionale dello Stelvio e specie europee ed extraeuropee. Trattandosi di piante di lento accrescimento, questa sezione è ancora in fase di completamento.
Attività e progetti
– Una delle attività più significative del Giardino è di favorire la possibilità d’avere materiale di studio e di controllo spesso difficilmente reperibile. Questo è fatto attraverso l’INDEX SEMINUM, elenco di specie raccolte nel Giardino e in loco naturale, indigene ed esotiche messe a disposizione per lo scambio reciproco con Orti Botanici, Università, Istituti Sperimentali nel mondo. L’INDEX SEMINUM è inviato a 210 Orti Botanici, Università, Istituti ecc..– Sono state condotte, da parte d’alcuni alunni, insegnanti, studenti ricerche sul comportamento d’alcune piante coltivate in orto.
– Nell’ambito didattico sono state effettuate numerose visite guidate, sia di carattere generale sia tematico, cui hanno partecipato studenti, insegnanti e gruppi culturali di varia estrazione.
– Dal 1982 ad oggi, per le specie coltivate nel Giardino (circa 2500 comprendenti specie del Parco, Europee ed Extraeuropee) è stato condotto un rilevamento fenologico per una valutazione del periodo di maggior fioritura (ricerca da proseguire negli anni successivi).
– Durante il periodo invernale – primaverile, al Giardino Botanico, sono svolte le seguenti attività:
– Spedizione INDEX-SEMINUM ad Istituti, Università, Orti ecc. in collegamento con il nostro Giardino.
– Spedizioni semi, bulbi, talee richiesti da giardini in collegamento.
– Richieste semi dai loro cataloghi pervenutici.
– Semine in vaso di sementi richieste da Giardini, Università, Orti ecc.(vasi collocati in semenzaio).
– Prove germinazione.
– Aggiornamento con elaboratore di tabelle inerenti fioriture, semi ricevuti, semi richiesti e spediti, disponibilità semi, semine in vaso e semine direttamente in aiuole (trattasi di piante annue), grafici dimostrativi scambi con orti (spedizioni e richieste semi).
– Aggiornamento presenze visitatori, comitive, gruppi dell’anno precedente (paganti e non).
– Aggiornamento registro riguardante la situazione delle specie presenti in Orto (spostamenti, sostituzioni di specie, nuove specie da inserire ecc.).
– Archiviazione di tutte le attività svolte in Giardino.
– Disbrigo pratiche d’ufficio (corrispondenza scambi, richieste, spedizione materiale divulgativo ad enti privati e pubblici ecc.)
Nel periodo estivo – autunnale le attività svolte sono:
– Raccolta di specie all’interno nel Parco dello Stelvio e zone limitrofe per reintegro aiuole del Giardino (evitando raccolte di specie rare o in via d’estinzione).
– Trapianti in aiuole di specie germinate nel semenzaio (semi provenienti dal collegamento con altri giardini o semi raccolti da noi in loco naturale).
– Raccolta semi in Giardino Botanico e Loco naturale per campagna scambio semi anno successivo (la raccolta è fatta sia nell’interno del Parco Nazionale che all’esterno nel periodo giugno – ottobre).
– Rilevamento fenologico delle fioriture (solo all’interno del Giardino Botanico).
– Preparazione elenco semi raccolti, disponibili per stesura index-seminum.
– Pulizia sementi.
– Diserbo, potatura, pulizia aiuole e vialetti.
– Lavori al pantografo (incisioni su plastica delle specie presenti in Giardino Botanico e cartelli di legno per sentieristica all’interno del Parco Nazionale).
– Lavori di manutenzione del Giardino Botanico: sostituzione gradinate di legno, manutenzione divisorie aiuole, tinteggiatura e manutenzione generale della struttura.
– Assistenza visitatori e visite guidate a gruppi, comitive, scolaresche ecc..
Nel 1996 il Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, in collaborazione con l’Unione Europea, ha avviato il programma “PROGETTO LIFE NATURA” che prevedeva una serie di azioni localizzate nella Valle del Braulio.
Il Giardino Botanico Rezia, in quanto struttura del Parco, è stato coinvolto nell’iniziativa specifica mirate al recupero di 42 ettari di boscaglia a Pino Mugo, danneggiata da un incendio nell’estate del 1983.
Il personale del Giardino Botanico, sotto la direzione del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, dopo aver compiuto nella zona interessata sopralluoghi e rilievi della vegetazione esistente, ha organizzato gli interventi di ripristino con tecniche diverse (semine a spaglio, messa a dimora di talee e semenzali), la cui efficacia sarà valutata nel corso del tempo.
I lavori di ripristino, effettuati nei periodi estivi del 1999 e del 2000, sono oggi terminati, ma sarà compito del Giardino controllare l’attecchimento e la crescita della vegetazione, sostituendo gli eventuali individui morti. Tale monitoraggio e intervento proseguirà per 5-6 anni.
Il Giardino Botanico Alpino “REZIA” dal 2002 ha aderito alla rete degli Orti Botanici Lombardi.
L’obiettivo prioritario della rete riguarda lo sviluppo di un sistema per facilitare e stimolare la comunicazione tra gli Orti stessi e verso il pubblico, per valorizzare e, per quanto possibile, mettere in comune le esperienze.
La Regione Lombardia né coordina l’attività (D.G. Qualità dell’Ambiente e D.G. Cultura), promuovendo iniziative e convegni.
Nel 2004 il Giardino Botanico Alpino “REZIA”,secondo la convenzione stipulata con il Parco del Monte Barro ed il Centro Flora Autoctona, ha operato nella raccolta di materiale riproduttivo seguendo la lista redatta dal Prof. G. Rossi indicante tutti i taxa presenti nel territorio lombardo per i quali vige uno stato di protezione. La raccolta, in loco, dei semi è stata effettuata dal personale del Giardino Botanico da giugno ad ottobre 2004.
La convenzione, prevedeva pure azioni di conservazione ex situm di specie minacciate: il Giardino Botanico Alpino “REZIA” ha operato un’azione ex situm per la reintroduzione di Polemonium caeruleum, venuto a mancare negli anni 1990-1992 causa accumulo di materiale inerte dovuto a lavori di manutenzione nella valle del Braulio.