Giardino Botanico “Daniela Brescia”
- RESPONSABILI Ufficio Botanico – Ente Parco Nazionale della Majella, Badia Morronese – via Badia, 28 67039 Sulmona (AQ) Tel. 0864.257.01 – Fax 0864.25.70.450
- ORARI - dal 15/06 al 15/09 dal martedì alla domenica: 10:00-13:00/16:00-19:00; - dal 1/04 al 14/06 e dal 16/09 al 15/10 giorni festivi: 10:00-13:00/16:00-19:00;
- INGRESSO a pagamento: - € 3,00 intero, € 1,50 ridotto per ragazzi sotto i 14 anni, gratuito per bambini di età inferiore a 6 anni ed anziani che hanno superato i 70 anni;
- BOOKSHOP Sì
- SUPERFICIE 43000 mq
- VISITE GUIDATE a pagamento e su prenotazione. Disponibilita audio-guide gratuite.
- INDEX SEMINUM http://www.ortobotanicoitalia.it/wordpress/wp-content/uploads/Index__S-Eufemia_2014.pdf
Cenni storici
Il Giardino Botanico “Daniela Brescia”, localizzato a Sant’Eufemia a Majella (PE), a circa 900 m s.l.m., nel Parco Nazionale della Majella, è stato realizzato nel 2001 grazie ai finanziamenti coordinati dall’Unione Europea nell’ambito del Progetto FERS. Nel 2003 è stato riconosciuto dalla Regione Abruzzo Giardino di Interesse Regionale ai sensi della L. R. n. 35/97 sulla Tutela della biodiversità vegetale e la gestione dei giardini ed orti botanici.
Attualmente ospita circa 500 entità floristiche su una superficie di 43000 mq. Simbolo del Giardino è la Soldanella sannitica (Soldanella minima Hoppe subsp. samnitica Cristofolini & Pignatti), endemismo della Majella che si rinviene in pochissime stazioni, a quote elevate, su rupi con stillicidio. Il Giardino costituisce uno dei Centri di Visita del Parco che nel periodo primaverile ed estivo accoglie visitatori provenienti sia dall’Italia che dall’estero.
Struttura e organizzazione
Il Giardino è diviso in settori. Più precisamente, sono presenti sia settori ecologici, in cui sono stati ricostruiti ambienti naturali caratteristici del territorio circostante e dell’Appennino centrale (querceto misto caducifoglio, cerreta, mugheta, ecc.) sia settori educativi tematici (piante medicinali, alimentari selvatiche, campo vetrina delle varietà agricole autoctone, piante e insetti ecc.). Ogni settore presenta un pannello didattico descrittivo dell’ambiente riprodotto o del tema dello stesso. Molte delle specie coltivate sono endemiche dell’Appennino Centrale o esclusive della Majella e dei rilievi adiacenti.
Relativamente ai settori ecologici, oltre a principali habitat forestali e prativi che si rinvengono nel Parco, è stato ricostruito anche l’ambiente delle rupi e dei ghiaioni dove si trovano numerose entità rare e/o endemiche dei generi Saxifraga, Sedum, Androsace e Cerastium. Specie di particolare interesse conservazionistico in quanto diventate ormai rare sul territorio regionale o nazionale sono presenti anche nel settore dedicato agli ambienti umidi, in particolare Menyanthes trifoliata L., Ranunculus lingua L., Geum rivale L., Salix pentandra L. Carex paniculata L. subsp. paniculata, etc.
Il Giardino è attraversato da due piccoli corsi d’acqua dove è possibile osservare l’ormai raro gambero di fiume (Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858), indicatore biologico di buona qualità dell’acqua.
Sono presenti, inoltre, un vivaio ed una serra dove vengono riprodotte le specie vegetali autoctone da utilizzare sia per il trapianto nei diversi settori del Giardino, sia per gli interventi di riforestazione e riqualificazione nel territorio del Parco, sia da destinare alla vendita quali piante officinali, vecchie cultivar locali e frutti minori, nonché arbusti ed erbacee perenni per l’arredo verde urbano. A tal proposito, la struttura è iscritta al Registro Ufficiale dei produttori ed autorizzata ai sensi del D.Lgs 214/2005. Inoltre, all’interno della struttura annessa al Giardino sono presenti una sala erbario (comprensiva di biblioteca) in cui è custodito l’erbario del Parco Nazionale della Majella, un laboratorio per il trattamento delle piante (essiccazione, estrazione principi attivi, etc.) ed una sala conferenze.
Le principali collezioni
Il Giardino ospita sia piante autoctone, tra cui anche molte endemiche dell’Appennino Centrale o esclusive della Majella e dei rilievi circostanti, osservabili nei settori ecologici cui si è precedentemente fatto cenno, sia specie alloctone messe a dimora insieme alle altre nei cosiddetti settori tematici per motivi didattici. Si riportano di seguito alcune collezioni (o settori) e le principali specie attualmente in esse presenti:
– “Bosco misto termofilo” (Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens, Acer campestre L., A. monspessulanum L. subsp. monspessulanum, Fraxinus ornus L. subsp. ornus, Ostrya carpinifolia Scop. , Sorbus domestica L., ecc.);
– “Cerreta” (Quercus cerris L., Carpinus betulus L., Corylus avellana L., Sorbus torminalis (L.) Crantz, ecc.);
– “Faggeta mista” (Acer platanoides L., Sorbus aucuparia L. subsp. aucuparia, Taxus baccata L., Fagus sylvatica L. subsp. sylvatica, ecc.);
– “Mugheta” (Pinus mugo Turra subsp. mugo, Juniperus sabina L., Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng., ecc.);
– “Piante e insetti” (Origanum vulgare L. subsp. vulgare, Lavandula spp., Centranthus ruber (L.) DC. subsp. ruber , Foeniculum vulgare Mill., Daucus carota L. susbp. carota, Fragaria vesca L. subsp. vesca, Rubus ulmifolius Schott, Syringa vulgaris L., Buddleja davidii Franch., Weigela florida (Bunge) A. DC., Prunus spinosa L. spinosa, Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum, ecc.);
– “Piante alimentari” (Chenopodium bonus-henricus L., Borago officinalis L., Taraxacum officinale (group), Cichorium inthybus subsp. inthybus, Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. vulgaris, Sonchus arvensis L. subsp. arvensis, Sonchus asper (L.) Hill. S. L., Humulus lupulus L., Sanguisorba minor Scop. subsp. balearica (Bourg. ex Nyman) Muñoz Garm. & C. Navarro;
– “Piante medicinali” (Achillea millefolium L. s. l., Calendula officinalis L., Helichrysum italicum (Roth) G. Don subsp. italicum, Melissa officinalis L. s. l., Salvia officinalis L., Digitalis purpurea L., Tilia cordata L., Taxus baccata L., Gentiana lutea L. subsp. lutea, Tanacetum vulgare L., Thymus spp., Satureja montana L. subsp. montana, Calamintha nepeta (L.) Savi s. l., Sambucus nigra L., Atropa bella-donna L., Hypericum perforatum L., ecc.);
– “Campo vetrina della biodiversità agricola” (mela mangione, mela casolana o piana, mela gelata, mela tinella, mela S. Giovanni, mela rosa Fonte L’Abate, mela paradiso, mela di Altino, mela dolce, pera trentatre once, fagiolo socere e nore, mais ottofile, tondino, pomodoro a pera ecc.);
Attività e progetti
Le attività svolte ogni anno presso la struttura annessa al Giardino sono essenzialmente:
• raccolta di campioni vegetali per l’ erbario del Parco Nazionale della Majella;
• raccolta di semi finalizzata sia agli scambi con altri giardini botanici e/o istituzioni scientifiche (Index seminum) italiane ed estere, sia alla riproduzione;
• riproduzione (per seme e per talea) di specie autoctone, soprattutto quelle a maggior rischio di estinzione, per la produzione di piante da utilizzare nel Giardino o nel territorio del Parco;
• promozione del territorio del Parco ed educazione ambientale.
Relativamente a quest’ultimo punto, va detto che presso il Giardino vengono organizzate sia per studenti che per visitatori visite guidate ed altre attività tra cui incontri e proiezioni su temi specifici, percorsi didattici tematici, mostre, seminari e corsi teorico-pratici su svariati argomenti (antichi usi e tradizioni locali, giardinaggio, metodi di cura delle piante, ecc.). Presso il Giardino, inoltre, è possibile effettuare stages, tirocini, tesi di laurea o consultare i libri presenti nella biblioteca.
I progetti che hanno interessato il Giardino ad oggi sono i seguenti:
• “Coltiviamo la diversità”, progetto per il recupero, la conservazione e la valorizzazione delle risorse genetiche agricole autoctone nel Parco Nazionale della Majella;
• Caratterizzazione fitochimica di specie vegetali rare ed endemiche del Parco Nazionale delle Majella, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Bibliografia
La biodiversità vegetale nelle aree protette in Abruzzo: studi ed esperienze a confronto (a cura di Di Cecco M. e Andrisano T.)