Parco/Giardino botanico Friuli – Cormôr
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Cenni storici
IL GIARDINO DEL CORMÔR (Centro fieristico).
Il progetto fa parte del disegno d’insieme di un “giardino popolare” che si va costruendo attraverso il restauro del territorio naturale superstite della periferia urbana […] Quarantacinque ettari sperimentali di restauro ambientale, di ricostruzione dei terrazzamenti fluviali e del bosco misto con specie ripariali e del querco-carpineto, su duemila ettari di piano di conservazione e sviluppo di un’area naturale lungo il torrente Cormor […].
Il primo lotto è stato realizzato in occasione dei mondiali negli anni ‘90 su progetto dello studio R.Pirzio-Biroli, con fondi ministeriali.
Il giardino si trova nel crocevia di 5 comuni, i cui confini si intersecano nel raggio di 200 metri.
Il giardino comprende altri lotti attigui al centro fieristico che ricadono nei territori comunali di Udine, Martignacco, Pasian di Prato, Tavagnacco, Pagnacco.
Il parco è affiancato per tutta la sua lunghezza dal torrente Cormôr (che nasce a ridosso del Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie, sfocia nel mare Adriatico, presso le foci dello Stella) nei lati sud-ovest. Inoltre si collega: ad ovest con il Circolo Ippico Friulano, ad Est con gli impianti sportivi dello Stadio Friuli, a Nord con la ecovia e viabilità ciclabile della Valle del Cormôr e Alpe-Adria, al Centro fieristico.
Il Giardino Storico dell’ex Cotonificio (primo impianto nel 1884, che includeva anche l’orto aziendale), comprende varie specie monumentali tra cui la sequoia (Sequoia sempervirens), alcune specie di quercie e svariate conifere, tra cui alcune del genere Cedrus (Cedrus Deodara, Cedrus Libani, Cedrus Atlantica).
Attualmente è in fase di ristrutturazione e dal 2004 destinato ad ospitare un centro visite naturalistico con orto botanico.
La realizzazione del parco ha comportato un insieme di importanti opere di risistemazione e di riqualificazione ambientale, in considerazione del grave stato di degrado e di abbandono del sito.
Questi interventi hanno consentito di valorizzare e tutelare la vegetazione tipica del torrente Cormôr, Area di Rilevante Interesse Ambientale, assieme ai prati stabili (Tutela della biodiversità) presenti su una serie di terrazze che degradano verso il letto del torrente.
Sono stati realizzati alcuni boschi densi e altre formazioni rade, viali, una rete di percorsi pedonali, una fontana di belvedere…
Il parco presenta anche un percorso specifico interno per far conoscere gli aspetti geografici, ambientali e naturalistici, in collaborazione con l’Università di Udine (Polo umanistico e della formazione/Lingue e Letterature Straniere) ed i Comuni territorialmente coinvolti (visita con google-maps).
Le serre dell’ Università degli Studi di Udine.
Il sito, nato nel luglio 2005 dalla necessità di fornire agli studenti un sintetico ma esauriente strumento di consultazione riguardante alcuni aspetti degli organismi vegetali, è cresciuto nel tempo ed in questo momento ospita dati ed immagini di numerose entità botaniche tra specie e sottospecie; si possono cercare per nome o altre caratteristiche, oppure si può navigare nell’elenco.
L’interessante erbario virtuale “in fieri” collegato al sito, è diventato uno strumento utile anche per le associazioni naturalistiche e, in generale, per tutti gli appassionati di piante e dell’Orto botanico in provincia di Udine, nel territorio friulano, nella Regione Friuli Venezia Giulia, nell’Europa Unita e nella Comunità Globale.
Il sito è in continua crescita ed aggiornamento e potrebbe presentare imprecisioni ed errori.
… Numerosi incontri fra i volontari ed il progettista del Parco, assieme agli stakeholder, ai privati e pubblici influenti che gravitano nel centro fieristico, mirano alla sistemazione paesaggistico-ambientale della restante vegetazione in stato di abbandono e degrado. E’ quindi urgente un masterplan che produca un preciso catalogo di interventi prioritari di restauro ambientale e di valorizzazione della Valle che attraversa estese periferie urbane di Pasian di Prato, Udine, Martignacco, Pagnacco, Tavagnacco, ecc..
Un catalogo-programma di opere, anche di piccole entità, ma capaci di innestare un processo virtuoso di realizzazioni con il supporto dei numerosi frequentatori del parco.
L’obiettivo immediato è la corretta fruibilità e conservazione della biodiversità, per l’uso didattico-ambientale dei sentieri naturali tematici e di interesse storico.
I volontari sono presenti anche nelle serre dell’attiguo centro fieristico e vigilano sui percorsi naturalistici abbandonati del parco, monitorando e controllando lo sviluppo incontrastato della vegetazione.
Struttura e organizzazione
[…] All’ingresso del parco il noto Padiglione, progettato dall’arch. R.Pirzio-Biroli, vincitore con quest’opera del Premio Europeo “Piranesi”, è destinato ad ospitare piccoli eventi e la casa del custode.
L’edificio è ricco di riferimenti vecchi e nuovi. L’intenzione è di ricordare i piani di abbellimento dei dintorni di Potsdam redatti da Peter Joseph Lenné tra il 1816 e il 1860 in riva allo Havel.
Il progetto imita anche le modalità progettuali di Heinrich Tessenow nei suoi primi disegni per la Galleria Nazionale di Berlino, e di Lenné nel suo lavoro della ‘Versailles prussiana’ […]
(Tradotto da: l’architecture d’aujourd’hui – Joze Plecnik -)
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Quando si visita un’area naturale protetta ci sono alcune norme di comportamento che devono essere rispettate al fine di garantire la tutela e la conservazione della biodiversità presente al suo interno.
Ulteriori informazioni possono essere richieste agli Organi gestori, presso il padiglione che funge anche da “Centro visite naturalistiche”.
Norme di comportamento
Le principali collezioni
I prati stabili
In entrambi i lotti già realizzati sono presenti interessanti prati stabili ben conservati. Si tratta di prati stabili del tipo del magredo evoluto, vale a dire quella tipologia di magredo contenente una stupefacente ricchezza di specie vegetali erbacee (fino a un centinaio di specie diverse in un singolo prato).
L’associazione vegetale tipica dei magredi evoluti è il Crisopogoneto, in cui la graminacea Chrysopogon gryllus è ben visibile in estate con le sue spighe rossastre in fioritura.
Non meno caratteristiche di questa associazione sono le orchidee selvatiche, tra cui Orchis morio, Orchis tridentata, Orchis ustulata, Ophrys apifera e Serapias vomeracea, nonchè i garofanini selvatici: Dianthus carthusianorum subsp. sanguineus e Dianthus monspessulanus.
Dalla primavera all’estate inoltrata si può assistere ad una fioritura continua delle diverse specie.
La grande diversità vegetale è associata a quella animale, in particolare dell’ entomofauna (farfalle, coleotteri e così via).
Da notare che un insetto localmente minacciato di estinzione, a causa della scomparsa dei prati stabili aridi che sono proprio il suo habitat, è stato rinvenuto nell’area di prato stabile meglio conservata; si tratta del Cerambicide Dorcadium arenarium, le cui larve vivono a spese delle radici di piante erbacee.
Lo sfalcio di questi prati avviene di norma all’inizio di luglio; solo in stagioni con estati piovose vi è la necessità di ripeterlo in settembre, prima del riposo invernale.
Lo sfalcio risulta fondamentale per il mantenimento dei prati, poichè questi, se abbandonati, si avvierebbero verso l’incespugliamento e infine l’imboschimento.
Non viene effettuata alcuna concimazione, che modificherebbe l’equilibrio esistente tra le diverse specie vegetali in termini di composizione e copertura.
(Università degli studi di Udine – Dipartimento di scienze agrarie e ambientali – 2006)
Le fioriture di primavera
Tra aprile e maggio le aree a prato stabile iniziano a sfoggiare le loro fioriture vivaci, segnalando l’arrivo della primavera.
I fiori più precoci che fanno la loro comparsa ad aprile sono quelli delle specie erbacee di piccola taglia, che riescono a usufruire della luce solare quando il prato è ancora basso.
Sono la Globularia punctata e la Euphorbia verrucosa, che con la loro combinazione di azzurro-lilla e giallo limone sono ben visibili a macchie sparse.
La bulbosa Ornithogalum kochii punteggia invece il prato di bianco poco prima dell’avvento delle orchidee selvatiche, che iniziano a mostrarsi già alla fine di aprile con la loro specie più comune, Orchis morio, e poi continuano a maggio con Orchis ustulata e Orchis tridentata.
E’ arrivato così il momento dei ranuncoli gialli, in particolare Ranunculus bulbosus e Ranunculus polyanthemos, e della salvia viola, Salvia pratensis.
Non tardano a fiorire anche la candida Filipendula vulgaris e i garofanini selvatici, Dianthus carthusianorum subsp. sanguineus, vanto della flora friulana dal momento che, in Italia, si rinvengono solamente in un areale limitato tra l’Istria e il Piave.
In estate seguiranno le multicolori specie di taglia elevata, che possono raggiungere anche un’altezza di 120 cm.
(Università degli studi di Udine – Dipartimento di scienze agrarie e ambientali – Elisa Tomat- 2006)
Attività e progetti
Le attività inerenti il settore, in base all’ International Convention on Biological Diversity (Rio de Janeiro, 1992 – Agenda 21 locale), vengono attualmente svolte dai volontari (Decreto Regione 2006 – Presidente onorario prof.R.Pirzio-Biroli ) che hanno provveduto anche ad inserire alcune specie più rappresentative nell’Index seminum on-line della Botanic Garden Conservation International.
Conferenze e visite guidate alla riscoperta delle erbe commestibili e officinali.
Allestimento di sentieri tematici.
Attività ludico-didattiche, mostre di piante alimentari
Partecipazione alla giornata internazionale “Plant Conservation Day”
Macrofotografie di insetti, le foto di Luciana Bartolini.
Questo sito non è e non vuol essere un sito scientifico, bensì un album fotografico, costituito quasi esclusivamente da foto di piccoli insetti fotografati nel loro ambiente naturale. Una raccolta di foto utile per l’identificazione di molti insetti, anche comuni, ma poco fotografati.
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Il Centro Colibrì di Margherita Hack
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Bibliografia
REGIONE AUTONOMA F.V.G. (1995) Flora alpina vol.1 . Rocce e ghiaioni. Grafiche Filacorda Udine
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D. M., THEURILAT J.P. (2004) Flora alpina. Zanichelli Bologna
AA.VV. (1980) Carsiana, Giardino botanico. Amministrazione Provinciale Trieste
POLDINI. L. (1991) Atlante corologico delle piante vascolari nel F.V.G. Inventario floristico regionale.Udine
BURNIE D. (1995) Fiori spontanei del Mediterraneo. Fabbri Editori Milano
MEZZENA R. (1987) Piante medicinali del Carso. Edizioni Villaggio del fanciullo Trieste
SCHONFELDER P. e I. (1989) Atlante delle piante medicinali. Franco Muzzio Editore Padova
DANELUTTO A. (1994) Piante medicinali della Val Resia. Guida alla mostra. Designgraf Udine
DANELUTTO A. (1990) Piante velenose dell’alto Friuli Ed. La Chiusa
MARINI D.,VERONA V. (2000) LE PIANTE DI UDINE – Flora ornamentale e spontanea nel territorio della Circoscrizione n.1 Udine-Centro. Kappav
Sitografia
www.bgci.org
www.regione.fvg.it
www.semenostrum.it
Erbario “in fieri”
Università di Udine
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