Orto botanico "Carmela Cortini" – Università degli Studi di Camerino
- Orto botanico "Carmela Cortini" - Università degli Studi di Camerino
Viale Oberdan, S/N - I - 62032 CAMERINO (MC)
tel: +39 0737404504; +39 0737403084; - fax: +39 0737404508
email: ortobotanico@unicam.it
web: http://www.unicam.it/ortobotanico/ - RESPONSABILI Prefetto Prof. Michele Aleffi
- ORARI dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, sabato su richiesta
- INGRESSO le attività didattiche e le visite guidate prevedono il pagamento di un biglietto di 2 euro a persona, mentre l’ingresso senza guida è libero
- BOOKSHOP no
- SUPERFICIE 10000 mq circa
- VISITE GUIDATE sì, su prenotazione
- INDEX SEMINUM
News
Cenni storici
L’Orto botanico “Carmela Cortini” dell’Università di Camerino è stato istituito nel 1828 dal prof. Vincenzo Ottaviani, docente di Botanica nella Facoltà di Medicina della medesima Università; in tale veste egli si occupò di piante medicinali, sia raccogliendole sull’Appennino, sia coltivandole nell’Orto botanico, che considerava di grande importanza per l’insegnamento e per la ricerca. Fu lo stesso Vincenzo Ottaviani a scegliere l’area su cui venne realizzato l’orto, che inizialmente era occupata da orti e sodivi incolti, bordata e sostenuta a valle da un muraglione e attraversata per il lungo da una strada. Pur con molte difficoltà, egli riuscì nell’intento di realizzare l’Orto botanico e, in un inventario del 1835, risulta che vi erano coltivati 1096 alberi e arbusti, oltre a quelli dei viali, e 887 piante da terra e da vaso.
Numerosi altri sono stati i Prefetti che si sono succeduti nella direzione dell’orto dal 1828 al 2005, provenienti da differenti sedi universitarie e quindi da scuole diverse: MARIANO GAJANI (dal 1841 al 1850), che nel 1849 pubblicò la Enumeratio plantarum in horto botanico Athaenei Camertis existentium, un opuscolo di 12 pagine contenente i nomi di 1051 specie; AGOSTINO REALI (dal 1850 al 1882), che lo arricchì di importantissime collezioni, lo migliorò e lo ampliò, valorizzando i grottoni e facendo costruire due serre per la coltivazione di piante esotiche; RANIERI REALI (dal 1882 al 1894), figlio del precedente, promosse la coltura delle piante medicinali in aiuole disposte in un apposito reparto dell’orto, e apportò molte migliorie alle serre e ai tiepidari; DANTE SARTORI (nel 1894); AUGUSTO NAPOLEONE BERLESE (dal 1895 al 1899) che fece eseguire una mappa recante la disposizione delle aiuole e dei vialetti, la localizzazione delle serre e delle due fontane, la scala a chiocciola e altri particolari architettonici, in larga parte mantenuti fino ad oggi; GIOVAN BATTISTA DE TONI (dal 1899 al 1901); ALBERICO BENEDICENTI (dal 1901 al 1903) che rinvenì nei grottoni dell’orto “un fascicolo di piante seccate”, cioé un antico erbario risalente ai secoli XVI-XVII nel quale accanto agli exiccata era scritto il nome delle singole piante. Questo reperto dimostra l’antichità della tradizione dello studio delle piante officinali nell’Università di Camerino. FILIPPO ARTURO FODERÀ (dal 1903 al 1905); DOMENICO FILIPPI (dal 1905 al 1923) che arricchì l’orto di molte essenze rare, anche esotiche, ottenute grazie alle sue amicizie con ufficiali delle forze alleate; GENNARO TEODORO (dal 1923 al 1925 e dal 1926 al 1936); GIUSEPPE COLOSI (dal 1925 al 1926); ANTONIO MAZZARON (dal 1936 al 1950); ALBINA MESSERI (dal 1950 al 1951); VITTORIO MARCHESONI (dal 1951 al 1961) che si impegnò moltissimo nella riorganizzazione dell’Istituto di Botanica attrezzandolo con un nuovo laboratorio di chimica e una nuova aula per le esercitazioni; avviò una vasta serie di ricerche nell’Appennino centrale e ricoprì le cariche di Preside della Facoltà di Scienze e di Rettore, durante l’ultimo anno della sua permanenza a Camerino.
GIACOMINO SARFATTI (dal 1961 al 1965); BRUNO ANZALONE (dal 1965 al 1967); FRANCO PEDROTTI (negli anni 1967-1972, 1984-1987, 1989-1991, 1997-2000) attualmente professore emerito dell’Università di Camerino; CARMELA CORTINI (negli anni 1973-1984, 1987-1989, 1991-1997, 2001-2005) docente del dipartimento di Scienze Ambientali dal 1964, scomparsa il 29 aprile 2007, a cui il 20 maggio 2008, l’Orto botanico è stato intitolato in memoria della sua rilevante produzione scientifica, e l’appassionato impegno speso nel miglioramento e potenziamento delle strutture dell’orto stesso.
Struttura e organizzazione
L’orto copre una superficie di circa un ettaro, si affaccia a sud-est verso i Monti Sibillini e si sviluppa ai piedi delle mura del Palazzo Ducale, 27 metri più in basso rispetto al piano cittadino. Esso si trova al margine del centro storico vero e proprio e, in seguito alla crescita demografica del secondo dopoguerra, ha finito per essere inglobato nella città.
L’accesso all’orto è quindi possibile sia dal sottostante viale Oberdan, presso il piazzale che una volta era del “Gioco del Pallone”, sia dalle soprastanti logge rinascimentali del Palazzo Ducale, dette “Loggette dei Governatori”, mediante una celebre scala a chiocciola di 106 gradini, tutta in mattoni, fatta costruire da papa Pio V nel 1568, a metà della quale vi sono due locali adibiti ad aula didattica per mostre e attività.
Sulle mura del Palazzo Ducale all’inizio del secolo scorso, venne costruito un balcone normalmente chiamato il “balcone sulle mura”, da cui si può ammirare un vastissimo panorama che spazia dalle colline del circondario fino alla catena dei Monti Sibillini, che chiude a sud l’orizzonte. Dal balcone si può ammirare anche l’orto, che è immediatamente sottostante, con il giardino pensile, le aiuole per le specie erbacee e arbustive, gli alberi, alcuni dei quali raggiungono il balcone e lo superano.
Alla base della scala a chiocciola e lungo il perimetro delle mura che costeggia internamente l’orto, sono presenti alcune grotte naturali (“grottoni”) scavate in parte nei banchi di arenaria sui quali poggiano le fondamenta del Palazzo Ducale, sotto forma di archi e avvolti sovrapposti.
L’orto è diviso in due parti principali, una parte nemorale in pendenza, di impianto ottocentesco, in cui gli alberi secolari formano un boschetto, e un’altra in piano, in cui vi sono specie erbacee, arbustive ed arboree di varia metratura, anche a scopo ornamentale.
Nella zona pianeggiante si individuano diversi settori, alcuni dei quali suddivisi in aiuole quadrate che ospitano piante spontanee e piante officinali. A queste ultime è dedicata un’ampia porzione, anche in considerazione delle ricerche condotte nel Dipartimento di Scienze ambientali a cui afferisce l’orto.
Tra le aiuole quadrate si evidenziano altre aree tematiche: quella dedicata alla flora d’altitudine dell’Appennino centrale (la rocciera appenninica), la parete di roccia calcarea subverticale, la gariga, lo stagno, la zona dedicata alla coltivazione di pteridofite, l’aiuola di alcune delle specie arboree ed arbustive dell’Appennino centrale, quella destinata alla coltivazione di specie bulbose marchigiane, l’aiuola dedicata al genere Helleborus, al genere Peonia e al genere Hydrangea; la maggior parte dei vialetti è inoltre delimitata da bosso. A ridosso delle mura del Palazzo Ducale, su di un piano rialzato rispetto a quello principale dell’orto, è presente un giardino pensile, come risulta anche nella prima mappa realizzata da Giovanni Filippini nel 1829. In questo giardino all’italiana, oltre ad aprirsi uno scorcio suggestivo sul panorama che circonda Camerino, vengono coltivate alcune varietà antiche e profumate del genere Rosa.
In prossimità dell’ingresso principale ci sono due serre, collegate fra loro da un passaggio centrale che costituisce l’entrata all’Orto botanico; esternamente al cancello d’ingresso è presente un piccolo settore destinato ad arboreto.
Nell’orto si trovano, inoltre, un locale adibito a carpoteca, un laboratorio, un ufficio e due fontane circolari; in una vi è posta una statua ottocentesca in cotto, mentre nell’altra è stata collocata nel 1995 un’opera in ferro di Gino Marotta raffigurante l’“Universo Vegetale”, con un Apollo in bronzo.
Frammisti alle aiuole e alle bellezze architettoniche che arredano l’orto, vi sono grandi alberi secolari, alcuni dei quali risalgono all’epoca della sua fondazione, che costituiscono una stupenda cornice di verde agli edifici e alle mura di questa parte della città.
All’Orto botanico è annesso un arboreto istituito nel 1990, situato a pochi chilometri di distanza.
Le principali collezioni
Nonostante le piccole dimensioni, l’orto presenta una cospicua varietà di ambienti. Esso si compone, come accennato, di una parte in pendio con grandi alberi secolari e di una parte in piano in cui spicca il settore dedicato alle piante officinali (Datura stramonium, Atropa belladonna, Hyssopus officinalis subsp. aristatus, ecc.). Vi sono, inoltre, settori dedicati alle piante spontanee (Cardamine monteluccii, Juniperus sabina, Asphodeline liburnica, Arum lucanum) e a quelle ornamentali. Nella parte pianeggiante vi sono le fontane (con piante acquatiche come Acorus calamus, Menyanthes trifoliata, Caltha palustris, Azolla filiculoides, Carex caespitosa, Carex appropinquata, ecc…). Si è cercato di ricostruire un piccolo brecciaio esposto a sud e una paretina stillicidiosa a nord con piccole nicchie tra i gradini che la costituiscono. Nel brecciaio si coltivano: Festuca dimorpha, Galium magellense, Cymbalaria pallida, Drypis spinosa, nella parete umida hanno trovato posto Soldanella alpina, Soldanella minima subsp. samnitica (endemica della Majella), Ranunculus magellensis, Aquilegia magellensis ed altre.
Tra le specie coltivate nella rocciera appenninica si ricordano: Centaurea tenoreana (endemica della Majella), Centaurea scannensis, Achillea barrellieri, Achillea oxyloba subsp. mucronulata, Arctostaphylos uva-ursi, Saxifraga porophylla subsp. porophylla, Saponaria bellidifolia, Leontopodium alpinum subsp. nivale, Edrajanthus graminifolius subsp. graminifolius, Aubrieta columnae subsp. columnae, Viola eugeniae subsp. eugeniae, ecc.
Presso il giardino alpino si è cercato di ricreare l’ambiente della gariga utilizzando materiali e piante provenienti principalmente dalle colline nei dintorni di Camerino: Cistus creticus subsp. eriocephalus, Cistus salviifolius, Cistus monspeliensis, Artemisia alba, Sideritis italica, Gagea granatellii, Romulea columnae, Romulea bulbocodium, Biarum tenuifolium, Ferula glauca, Asphodeline lutea e diverse specie appartenenti alla famiglia delle Orchidaceae come Aceras antropophorum, Orchis purpurea, Orchis morio, Orchis pauciflora, Ophrys sphecodes, Ophrys crabronifera subsp. crabronifera.
Le due serre calde ospitano specie tropicali e subtropicali, con succulente ed epifite (Begonia sp.pl., Tillandsia sp.pl., Kalanchoe beharensis, Stanhopea tigrina, tra le Orchidaceae, Nepenthes phyllamphora, Cynammonum camphora, Piper nigrum, ecc.).
Tra le specie arboree esotiche si ricordano: Ginkgo biloba, Gleditschia triacanthos, Parrotia persica, Liriodendron tulipifera, Sequoiadendron giganteum tra quelle appartenenti alla flora spontanea: Quercus ilex, Quercus cerris, Quercus petraea, Taxus baccata, Celtis australis, Ilex aquifolium, Staphylea pinnata, Pinus laricio, Fagus sylvatica.
Ai piedi dei grandi alberi vi è un settore dedicato alle felci che è possibile rinvenire nei boschi dell’Appennino centrale: Polypodium cambricum subsp. serrulatum, Poypodium vulgare, Asplenium onopteris, Phyllitis scolopendium; Athyrium filix-foemina, Polystichum lonchitis, Polystichum aculeatum, Polystichum setiferum, ecc.
Lungo i pendii, si è lasciato spazio alle fioriture spontanee, particolarmente belle quelle di Anthriscus nemorosa e di Ranunculus lanuginosus nel mese di maggio. Vi sono inoltre molte siepi a Buxus sempervirens che delimitano i vialetti dell’orto.
Un’area in prossimità dell’ingresso principale è stata destinata ad arboreto e vi si coltivano: Carpinus betulus (Carpino bianco), Ostrya carpinifolia (Carpino nero), Corylus avellana (Nocciolo), Alnus cordata (Ontano napoletano), Fraxinus excelsior subsp. excelsior (Frassino), Populus tremula subsp. tremula (Pioppo tremolo), Sorbus aucuparia subsp. aucuparia (Sorbo degli uccellatori), Sorbus torminalis (Ciavardello), Rhamnus cathartica (Spinocervino), Ulmus minor subsp. minor (Olmo comune), Crataegus monogyna subsp. monogyna (Biancospino), Spartium junceum (Ginestra odorosa), Ruscus aculeatus (Pungitopo).
In quest’ultimo anno sono stati inseriti tra le collezioni, due terrara-acquari per la coltivazione su un substrato di Sphagnum sp., piante carnivore come: Dionea muscipula, Drosera capensis, Drosera rotundifolia, Drosera binata, Nepenthes sanguinea, Sarracenia purpurea, Pinguicula moranensis, ecc.
Attività e progetti
L’Orto botanico di Camerino, nato come supporto alla didattica universitaria, contribuisce alla conservazione del patrimonio vegetale minacciato del nostro pianeta, mediante la coltivazione di specie a rischio e attraverso la diffusione della cultura scientifica.
Le scuole, a seconda delle necessità specifiche, possono far richiesta di approfondimenti da svolgere con la collaborazione del personale in servizio all’orto. Tali attività vanno concordate precedentemente la visita, in modo da permettere un’appropriata preparazione.
L’Orto botanico di Camerino è stato uno dei primi Membri Associati di KeyToNature, un progetto europeo coordinato dall’Università di Trieste, che ha avuto inizio nel settembre 2007, con 14 partner di 11 paesi europei e mira allo sviluppo di strumenti innovativi per l’identificazione degli organismi ed alla loro introduzione nel mondo della scuola, dalle elementari a corsi specialistici post-universitari.
A titolo di esempio, vengono di seguito presentati alcuni progetti realizzati con diverse scuole della nostra regione.
CONOSCERE le piante? è un gioco da ragazzi!
Il progetto è articolato in 3 moduli che affrontano temi di botanica generale e sistematica, fisiologia vegetale ed ecologia, con livelli di complessità differenti in funzione degli utenti finali. (brochure)
I colori dell’Orto botanico di Camerino: conoscere la loro storia e imparare ad usarli per tingere filati e realizzare acquerelli. (brochure)
Attraverso degli spazi destinati alla coltivazione delle piante tintorie e all’allestimento di un laboratorio per l’estrazione dei pigmenti, scopriamo la storia e il mondo dei colori tratti dalla natura.
Realizzazione di un itinerario didattico-naturalistico nell’Orto botanico di Camerino finalizzato alla conoscenza di Alghe e Muschi.
Da tale progetto è scaturito un percorso suddiviso in due fasi, una delle quali guidata da pannelli presenti nell’orto e nell’aula didattica. L’altra fase prevede l’uso di microscopi e computer per la consultazione di quattro mini guide interattive ai muschi – suddivisi per ambienti:
1) Muri di arenaria (http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=245)
2) Rocciera appenninica (http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=246),
3) Suolo (http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=248)
4) Tronchi (http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=247).
Laboratorio all’aperto di identificazione delle piante – dedicata ad alberi ed arbusti, includendo solo specie facilmente accessibili per allievi delle scuole primaria e secondaria.
Chiave interattiva alle piante superiori dell’Orto botanico di Camerino, consultabile online e scaricabile da internet in versione stand-alone per palmari e telefonini:
1) http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=179
Identikit di un ortaggio.
L’obiettivo di questo progetto è quello di imparare a riconoscere gli ortaggi determinando da quali parti delle piante derivano. Lo scopo viene raggiunto attraverso l’osservazione diretta, la sperimentazione e il dialogo tra gli alunni.
Bibliografia
Atti dell’incontro “L’Orto Botanico e il verde di Camerino”. (Camerino, 7 maggio 1988), 1989 – L’uomo e l’ambiente, 11.
Atti del Convegno “L’Orto Botanico di Camerino 1828 – 1998”. (Camerino, 29 settembre 1998), 2000 – L’uomo e l’ambiente, 35.
BALLELLI S., BIONDI E., CORTINI PEDROTTI C., FRANCALANCIA C., ORSOMANDO E., PEDROTTI E., 1981 – L’Orto Botanico di Camerino. In: REGIONE MARCHE, Il patrimonio vegetale delle Marche. Ancona, Assessorato Urbanistica Ambiente: 182-189.
BIONDI E., 1985 – Orto Botanico di Camerino. In: Attraverso l’Italia. Marche. Milano, T.C.I.: 50-151.
BITTARELLI A. A., 1970 – L’Orto Botanico. L’Appennino Camerte, 7 febbraio 1970.
BUFFA G., 1998 – Il palco e la quinta. L’Orto botanico di Camerino. Il luogo e le piante. Camerino, Università degli Studi.
CARDONA L., 1996 – L’epistolario di Vincenzo Ottaviani, fondatore dell’Orto botanico di Camerino. L’Uomo e l’Ambiente, 20: 1-96
CONTI F., 1990 – L’Orto Botanico dell’Università di Camerino: situazione attuale e progetti. In: Atti del convegno “I giardini botanici dell’Appennino” (Abetone, 6-7 luglio 1990): 35-37.
CONTI F., 1993 – L’Orto botanico di Camerino. In: Cortini C., 1993, Hortus Botanicus Camerinensis. Index seminum. Camerino, Centro interdipartimentale audiovisivi stampa: 3-5.
CORTINI PEDROTTI C., 1988 – 160 anni ma non li dimostra. Notiz. Univ. Studi Camerino, 10:17-18.
CORTINI C., 1993 – Hortus Botanicus Camerinensis. Index seminum. Camerino, Centro interdipartimentale audiovisivi stampa.
DE TONI G.B., 1901 – Delectus tertius seminum Horti Botanici Universitatis Camertinae. Camerino, Tip. Savini.
DE TONI G.B., 1901 – Sopra una nuova specie di Cycloderma raccolto dal Dott. Filippi al piede di una Latania borbonica coltivata nell’Orto botanico di Camerino. Bull. Soc. Bot. Ital. (2-3): 65-66.
DE TONI G.B., FILIPPI D., 1900 – L’Orto Botanico dell’Università di Camerino nel 1900. Camerino, Savini.
DERLETH G., 2004 – Botanik e altre opere. Mostra realizzata da R. Santacchi. Camerino, Comune di Camerino – Università di Camerino.
FILIPPI D., 1903-04 – Delectus quintus seminum Horti Botanici Universitatis Camertinae. Camerino, tip. Savini.
FILIPPI D., 1913 – Delectus seminum Horti Botanici Universitatis Camertinae. Camerino, ex typographia Marchi.
FILIPPI D., DE TONI G.B., 1900 – L’Orto botanico dell’Università di Camerino nel 1900. Cenni illustrativi. Camerino, tip. Savini.
FILIPPI D. e DE TONI G.B., 1899-900 – Delectus seminum Horti Botanici Universitatis Camertinae. Camerino, tip. Savini.
FRANCALANCIA C., 1982 – Le Jardin Botanique de Camerino. In: Guide-Itinéraire Excurs. Internat. Phytosoc. Italie centrale (2-11 juillet 1982). Camerino, Università degli Studi: 320-321.
FRANCALANCIA C., 1992 – L’Orto Botanico dell’Università di Camerino. In: RAIMONDO F.M. (a cura di), Orti Botanici, Giardini Alpini, Arboreti Italiani. Palermo, ed. Grifo: 69-77.
GAJANI M., 1849 – Enumeratio plantarum in Horto Botanico Athaenei Camertis existentium. Camerino, Marchi.
MACCARI C., 1995 – L’Orto botanico. Un’esperienza di conoscenza della natura condotta tra la Scuola e l’Orto botanico di Camerino. Juvenilia. Bambini in una società che cambia, XI(4): 39-43.
MAZZARON A., 1937 – Delectus seminum Horti Botanici Universitatis Camertinae. Camerino.
PEDROTTI F., 1976 – L’Orto Botanico. In: Guida di Camerino. Camerino, ed. Misici-Falzi: 26-29 (stampato anche anonimo con il titolo: L’Orto Botanico dell’Università di Camerino. Camerino, 1975).
PEDROTTI F., 1981 – Orto Botanico dell’Università di Camerino. In: Le piante e l’uomo. Moderna enciclopedia del mondo vegetale. Busto Arsizio, Bramante ed., vol. 6: 2157.
PEDROTTI F., 1988 – Convegno su “L’Orto Botanico e il verde di Camerino”. In: Atti e rendiconti sociali, Inform. Bot. Ital., 20 (2-3): 588-590.
PEDROTTI F., 1989 – L’Orto Botanico di Camerino. In: Atti dell’incontro “L’Orto Botanico e il verde di Camerino” (Camerino, 7 maggio 1998). L’uomo e l’ambiente, 11: 51-61.
PEDROTTI F., 1995 – Mariano Gajani e l’Orto botanico di Camerino. L’Uomo e l’Ambiente, 17: 1-16.
PEDROTTI F., 1997 – L’Orto Botanico di Camerino. Le dimore storiche italiane, XIII, Maggio-Agosto 1997, n. 2 [N. 34]: 24-25
PEDROTTI F., 1998 – L’Orto di Camerino. 170 anni dalla fondazione. Notiziario Univ. Studi Camerino, 37: 8-9.
PEDROTTI F., 2000 – L’Orto botanico di Camerino 1828-1998. In: Atti del Convegno “L’Orto Botanico di Camerino 1828 – 1998” (Camerino, 29 settembre 1998). L’uomo e l’ambiente, 35: 97-109.
PEDROTTI F. (a cura di), 2009 – L’Orto botanico “Carmela Cortini” dell’Università di Camerino. Temi Editore
PETRETTI F., 2005 – L’Orto sotto le mura. Diario di un naturalista a Camerino. Bologna, Alberto Perdisa editore.
REMIDDI G., 1991 – Documenti sulla fondazione dell’Orto Botanico di Camerino (29 marzo 1827 – 28 aprile 1828). L’uomo e l’ambiente,13.
SARFATTI G., 1963 – L’Orto Botanico di Camerino. Agricoltura, 12: 55-58.
TACCHI R., 2008 – Orto botanico dell’Università di Camerino. Conosciamo il mondo misterioso delle Alghe e dei Muschi. Camerino, Orto botanico università (pieghevole).
UBRIZSY SAVOIA A., 2001 – Mappe ed inventari inediti del Palazzo Apostolico e dell’Orto botanico di Camerino negli anni 1802-1829. L’Uomo e l’Ambiente, 38: 1-119
ZAMPETTI R., 1940 – Osservazioni su n. 22 varietà di ricino coltivate nell’Orto botanico di Camerino. Boll. Soc. Eustachiana, 38: 39-46.