Orto Botanico Selva di Gallignano
- Orto Botanico "Selva di Gallignano" Contrada Selva - 60020 Gallignano (Ancona) telefono: +39 071 80 28 288 email:orto@univpm.it web:http://www.ortobotanico.univpm.it
- RESPONSABILI Coordinatore del Centro: Prof. Edoardo Biondi (e.biondi@univpm.it). Personale a contratto: Dott. Maurizio Bianchelli, Dott. Massimiliano Morbidoni, Dott. Michele Rismondo. Dottorando di Ricerca: Dott. Marco Galiè (m.galie@univpm.it)
- ORARI Ingresso libero: tutti i giorni dalle 8.00 fino al tramonto. Visite guidate: Lunedì-Venerdì dalle 9.00 alle 17.00
- INGRESSO Gratuito
- BOOKSHOP No
- SUPERFICIE 15 ha
- VISITE GUIDATE Su prenotazione alla pagina: http://www.ortobotanico.univpm.it/it/%252Fvisite
- INDEX SEMINUM http://www.ortobotanico.univpm.it/index_seminum
Cenni storici
L’Orto Botanico “Selva di Gallignano” dell’Università Politecnica delle Marche è stato istituito con decreto rettorale n. 1486 del 04/09/2000, su un terreno agrari colo di proprietà del Comune di Ancona, dato in uso all’Università. Nell’atto viene specificata l’obbligatorietà di utilizzare tale proprietà, di oltre 100 ha, per la realizzazione dell’Orto Botanico e per l’Azienda Agraria Didattico-Sperimentale, da gestire mediante le tecniche dell’agricoltura biologica.
Il terreno si sviluppa nel territorio di Gallignano, piccola frazione del comune di Ancona, e comprende campi e zone boscate tra cui la “Selva di Gallignano”, uno dei pochi lembi relitti di vegetazione forestale autoctona ancora presenti nella parte collinare subcostiera delle Marche.
La Selva è considerata “area floristica protetta” ai sensi della L.R.52/74 ed è riconosciuta come “emergenza botanico-vegetazionale di eccezionale interesse” dal Piano Paesistico Ambientale Regionale. Inoltre dal 1998 è “Oasi faunistico-venatoria” della Provincia su segnalazione del Comune di Ancona.
Struttura e organizzazione
L’Orto Botanico è un Centro di Ricerca per la conservazione della Biodiversità Floristica e Vegetazionale, particolarmente dedicato ai territori anfiadriatici e Centro di didattica e di divulgazione della cultura ambientale (CEA).
L’Orto Botanico, istituito nel 2000 su un terreno di proprietà del Comune di Ancona si sviluppa per circa 15 ha dei quali 8,1 ha sono occupati dalla Selva di Gallignano. Presenta una struttura alquanto particolare nell’ambito del sistema degli Orti Botanici Italiani in quanto si sviluppa in base a concetti di tipo prevalentemente ecologico-vegetazionale che prendono origine dall’emergenza più importante rappresentata dalla Selva di Gallignano.
È questa una delle poche testimonianze dell’antico paesaggio forestale, sopravvissuta alla storica deforestazione che ha riguardato l’intero settore collinare, pre-appenninico della regione. La Selva, nonostante la sua limitata estensione, presenta una notevole diversità floristica, con ben 279 entità. È costituita da ben 5 formazioni forestali: un bosco di Carpino nero e Orniello (Asparago acutifolii-Ostryetum carpinifoliae), una formazione a Nocciolo (Roso sempervirentis-Coryletum avellanae), una vasta cerreta (Lonicero xylostei-Quercetum cerris), un raro bosco a Frassino meridionale (Rubio peregrinae-Fraxynetum oxycarpae) oltre ad un piccolo bosco a Quercia di Virgilio (Roso sempervirentis – Quercetum virgilianae ). La Selva è visitabile mediante due percorsi didattici, corredati da poster.
Le aiuole dell’Orto Botanico “Selva di Gallignano”, come accennato, sono state realizzate in base a concetti di tipo prevalentemente ecologico-vegetazionale, al fine di ricreare alcuni ambienti peculiari dell’area anfiadriatica. Tali aiuole sono rappresentate dalla Roccaglia mediterranea, il margine del bosco e l’area umida. Altre aiuole ospitano collezioni di specie officinali, di Malvacee, di Liliacee e di Iridacee.
L’Orto Botanico “Selva di Gallignano” presenta inoltre un percorso sensoriale per ipovedenti che è stato realizzato con il contributo finanziario del Rotary Club di Ancona ed è situato nella zona retrostante la casa colonica che ospita la Banca del Germoplasma. Il percorso è costituito da una serie di aiuole in pietra, rialzate, per facilitare il contatto (tattile, olfattivo, gustativo) del visitatore con le piante coltivate. Ad ogni specie presente nelle aiuole è stato inoltre associato un cartellino identificativo realizzato anche in alfabeto braille.
Con l’esigenza di mantenere economicamente l’Orto, vengono realizzate convenzioni diverse con enti e società private che si occupano di sperimentare nuove tecniche agronomiche di piante di interesse agrario ed industriale. Vengono così allestite parcelle per la coltivazione di piante diverse che assolvono anche ad una notevole funzione didattica. Ne sono esempi le parcelle sperimentali delle piante tintorie, quali Isatis tinctoria, Genista tinctoria, Anthemis tinctoria, ecc. ed altre d’interesse officinale quali Helychrisum italicum, Lavandula angustifolia, ecc.
Le principali collezioni
Il Margine del Bosco
Nell’area immediatamente sottostante la Selva, sfruttando l’ombreggiamento prodotto dalla stessa, sono state realizzate aiuole per la coltivazione di felci e di altre specie nemorali tipiche del sottobosco, anche in area montana. In particolare tra le prime sono presenti: Phyllitis scolopendrium, Polystichum setiferum, Blechum spicant, Polypodium cambricum subsp. serrulatum, ecc. Tra le geofite nemorali: Convallaria majalis, Scilla bifolia, Galanthus nivalis, Anemone trifolia, Cardamine kitaibelii, C. bulbifera, Corydalis cava, Erythronium dens-canis, Allium ursinum, Lilium martagon, Arum lucanum, A. maculatum, Cyclamen hederifolium, C. repandum, C. purpurascens, ecc.
Altre specie forestali tra cui l’endemica Pulmonaria apennina, Geranium versicolor, G. nodosum, Centaurea montana, Dacthylorhiza maculata ssp. fuchsii, Vinca minor, Aconitum lycoctonum, ecc. In quest’area vengono inoltre coltivate e conservate specie di orlo e delle schiarite forestali quali: Helleborus bocconei, H. foetidus, H. niger, Digitalis micrantha, D. lutea, Isopyrum thalictroides, Trollius europaeus, Paeonia officinalis, Asparagus tenuifolius e le rupestri Umbilicus rupestris e Saxifraga rotundifolia.
Roccaglia mediterranea
Una delle principali collezioni dell’Orto è rappresentata dalla roccaglia mediterranea che riproduce i principali aspetti della vegetazione mediterranea di tipo xerofitico, dalla gariga alla macchia. Realizzata utilizzando grossi massi calcarei disposti in modo da creare tasche di terreno e fenditure, ospita specie delle macchie termofile, di garighe, di praterie xerofitiche e delle rocce. Tra queste, per le macchie termomediterranee si rinvengono specie quali: Chamaerops humilis, Euphorbia dendroides, Rhamnus alaternus, Juniperus phoenicea ssp. turbinata, J. oxycedrus ssp. macrocarpa, J. oxycedrus ssp. oxycedrum, Cercis siliquastrum, Pistacia lentiscus, Prasium majus, Phillyrea angustifolia, Lonicera implexa, Quercus coccifera, oltre a Quercsu ilex, Pistacia terebinthus, Arbutus unedo, Phillyrea media e Lonicera etrusca di ambiente più umido.
Tra le piante di gariga si rinvengono i cisti: Cistus creticus ssp. creticus, C. creticus ssp. eriocephalus e C. salvifolius e altre piante arbustive: Coronilla valentina. ssp. valentina, Genista michelii, Spartium junceum e la grande emicriptofita cespistosa Ampelodesmos mauritanicus . Un settore particolarmente sviluppato è poi quello delle garighe prevalentemente camefitiche, che presentano: Helichrysum italicum, Micromeria graeca, Rosmarinus officinalis, Satureja cuneifolia, S. montana, Sideritis italica, Teucrium fruticans, Thymus longicaulis, Fumana thymifolia, Euphorbia spinosa, Artemisia alba, Asperula purpurea, Onosma echioides ecc. Una piccola aiuola rocciosa delimita una collezione di asfodeli tra i quali: Asphodelus albus, A. fistulosus, A. ramosus, Asphodeline lutea e A. liburnica mentre in un’altra sono presentate alcune tra le belle orchidee nostrane: Anacamptis pyramidalis, Orchis coriophora, O. morio, Ophyris insectifera, O. bertolonii, O. sphegodes, ecc.
Sono inoltre ospitate le due endemiche esclusive del territorio marchigiano: Moehringia papulosa, tipica delle gole calcaree dell’Appennino, e Polygala pisaurensis, specie presente solo in pochissimi ambienti subcostieri del litorale pesarese e pertanto da considerare attualmente ad elevatissimo rischio di estinzione. Importanti sono inoltre alcune endemiche pugliesi come: Centaurea diomedea, Campanula garganica e Scabiosa dallaportae.
Sono anche presenti altre specie di notevole interesse fitogeografico quali: Anthyllis barba-jovis, Brassica oleracea ssp. robertiana, Calendula suffruticosa ssp. fulgida e Sarcopoterium spinosum. In una piccola zona depressa e quindi più umida sono state insediate Vitex agnus-castus, Nerium oleander e Daphne sericea.
Ambiente Umido
Nella parte inferiore della vallecola che ospita le collezioni dell’Orto, in prossimità del fosso della Selva, è stato realizzato uno stagno artificiale che ricopre una superficie di circa 300 m2, all’interno del quale sono state messe a dimora, a scopo di conservazione e moltiplicazione, specie di zone acquatiche e palustri.
Tra le prime sono presenti: Myriophyllum verticillatum, Ceratophyllum demersum, Eleocharis palustris e l’alga verde Chara hispida che si è naturalmente diffusa. Tra le piante palustri: Cladium mariscus, Bolboschoenus maritimus, Sparganium erectum, Typha latifolia, T. minima, T. domingensis, Juncus bufonius, J. maritimus, J. inflexus, Mentha aquatica, Veronica beccabunga, Alisma plantago-aquatica Iris pseudoacorus e Carex otrubae.
Lungo il fosso principale e nelle aree umide limitrofe sono inoltre presenti: Carex pendula, Salix alba, S. apennina, S. purpurea, S. eleagnos, Populus alba, P. nigra, P. canescens, Fraxinus angustifolia, Alnus glutinosa, Ulmus minor, Hippophae rhamnoides.
Percorso sensoriale per ipovedenti
Il percorso sensoriale per ipovedenti realizzato con il contributo finanziario del Rotary Club di Ancona, è situato nella zona retrostante la casa colonica che ospita la Banca del Germoplasma. Il percorso è costituito da una serie di aiuole in pietra, rialzate, per facilitare il contatto (tattile – olfattivo – gustativo) del visitatore con le piante coltivate. Ad ogni specie presente nelle aiuole è stato inoltre associato un cartellino identificativo realizzato anche in alfabeto braille.
Le specie inserite nelle aiuole sono, tra le altre: Melissa officinalis, Satureja montana, S. cuneifolia, S. calaminta, Mentha pulegium, M. aquatica, M. longifolia, Artemisia absinthium, A. arborescens, Anthemis tinctoria, Helicrysum italicum, Crithmum maritimum, Sanguisorba minor, Fragaria vesca, Lippia citriodora, Anthyllis barba-jovis, Ecballium elaterium, Ampelodesmos mauritanicus, Sedum sediforme, S. maximum, Myrtus communis e Smilax aspera. In una aiuola laterale al percorso sono state inoltre poste a dimora alcune piante delle dune come: Otanthus maritimus, Glaucium flavum, Pancratium maritimum, Echinophora spinosa, Eryngium maritimum e Elymus farctus ssp. farctus.
Attività e progetti
L’Orto Botanico oltre a costituire un valido strumento di supporto alla didattica universitaria per lo studio naturalistico è, come già accennato, un Centro di Ricerca per la conservazione della Biodiversità Floristica e Vegetazionale e un Centro di didattica e di divulgazione della cultura ambientale (Centro di Esperienza della rete INFEA-Regione Marche). In tale veste organizza visite guidate e corsi per studenti e insegnanti. Promuove altresì attività volte alla sensibilizzazione del pubblico per la conservazione della natura e la gestione razionale dell’ambiente.
All’interno della struttura è presente anche la “Banca del Germoplasma per la conservazione delle specie anfiadriatiche”. La Banca del Germoplasma, che aderisce alla rete RIBES, in collaborazione con l’Orto Botanico svolge una preziosa attività nell’ambito della conservazione ex situ delle specie anfiadriatiche minacciate e hanno realizzato anche alcuni interventi di reintroduzione e rinaturalizzazione di ambienti degradati.
L’Orto Botanico è impegnato in progetti di reintroduzione e rafforzamento delle popolazioni in collaborazione con due parchi della provincia di Ancona, il Parco Regionale del Conero e il Parco Naturale Regionale “Gola della Rossa e di Frasassi”. Presso il primo ha realizzato la reintroduzione di Anthyllis barba-jovis e di Cladium mariscus mentre attualmente si occupa di un progetto di recupero ambientale dell’habitat del Rospo smeraldino, presso il secondo parco sta lavorando al rafforzamento delle popolazioni dell’endemica marchigiana Moehringia papulosa.
L’Orto Botanico è attualmente impegnato nell’opera di rinaturalizzazione della porzione esausta della discarica di Moie di Maiolati Spontini (AN) per conto dell’azienda SOGENUS S.p.A. L’area occupata dalla discarica non sarà semplicemente recuperata ma sarà trasformata in un centro di biodiversità attraverso la reintroduzione di specie arbustive (già realizzata) e di erbacee (in corso d’opera) autoctone, moltiplicate presso lo stesso Orto Botanico.
Tuttora in fase di attuazione anche una convenzione promossa dal Museo dei Colori Naturali “Delio Bischi” di Lamoli che prevede la riscoperta e la valorizzazione delle specie tintorie anticamente utilizzate in Italia per la produzione dei coloranti da usare nel settore tessile ed edile. Nell’ambito di questa convenzione, l’Orto Botanico si sta occupando del trattamento, dello studio e della moltiplicazione dei semi delle specie tintorie ed ha, a questo fine, realizzato presso la propria struttura alcune parcelle sperimentali che assolvono anche ad una rilevante funzione didattica.
L’Orto Botanico ha pubblicato nel corso del 2011 il suo secondo Index seminum per mezzo del quale rende disponibili, per lo scambio con altri enti, i semi raccolti all’interno dello stesso orto e quelli reperiti durante le campagne di raccolta in campo.
Con lo scopo di promuovere la struttura e sensibilizzare la cittadinanza e le autorità riguardo le problematiche ambientali, l’Orto Botanico organizza attività quali manifestazioni, convegni e mostre fotografiche. Per queste attvità si avvale della collaborazione dell’Associazione Culturale “I Trucioli” e il “Teatro della Quarta Luna” che realizzano visite guidate, spettacoli e laboratori didattici particolarmente indicati per i bambini della scuola primaria.
L’Orto Botanico ha pubblicato nel corso degli ultimi anni la collana “I Quaderni della Selva”, giunta al terzo volume. Due di questi volumi sono attualmente scaricabili gratuitamente dal sito dell’Orto e presto saranno rese disponibili anche le altre pubblicazioni.
Bibliografia
Biondi E., Pinzi M., Bianchelli M. – La flora della Selva di Gallignano – Primo volume de “I Quaderni della Selva”. 2003
Biondi E. – La Selva di Gallignano, un percorso ricco di emozioni. 2003
Biondi E., Allegrezza M. – L’ambiente della Selva di Gallignano – Secondo volume de “I Quaderni della Selva”. 2004
Biondi E., Morbidoni M. – Biodiversità delle Marche – Terzo volume de “I Quaderni della Selva”. 2011
Biondi E., Galiè M., Bianchelli M., Morbidoni M. – Le collezioni in vivo dell’Orto Botanico “Selva di Gallignano” come strumento di divulgazione della cultura scientifica, con particolare attenzione alla didattica per scuole di ogni ordine e grado e per la cittadinanza. Incontro annuale Gruppo Orti Botanici e Giardini storici – Società Botanica Italiana 16 Aprile 2011, Reggia di Colorno, Colorno (Parma).
Biondi E., Bianchelli M., Galiè M., Morbidoni M. – Banca del Germoplasma per la conservazione ex-situ delle specie anfiadriatiche (Anfiadriatic species seed bank) – Studi Trentini di Scienze Naturali 88 (2010): 55-62. Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento.
Galiè M., Bianchelli M., Soriano P., Estrelles E., Biondi E. – Prove per il recupero del germoplasma di graminacee autoctone di praterie secondarie dell’Appennino calcareo. XX Congresso SItE – “Sapienza” Università di Roma. 27-30 Settembre 2010.
Galiè M., Bianchelli M., Soriano P., Estrelles E., Biondi E. – Conservative management of secondary grasslands of North-Central Apennines (Italy): recovery of autochthonous grasses germplasm. 34th Symposium of Eastern Alpine and Dinaric Society for Vegetation Ecology Camerino (Marches, central Italy), 24-28 May 2011.
Galiè M., Bianchelli M., Soriano P., Estrelles E., Biondi E. Studies for conservation and multiplication of autochthonous germplasm of some grasses of Central Apennines (Italy) secondary grasslands. Global Strategy for Plant Conservation, First International Symposium of the FIP – Valencia 13th-17th September 2011 – Botanical Garden, University of Valencia.
Morbidoni M., Estrelles E., Soriano P., Martinez-Solis I., Biondi E. – Effetti dei fattori ambientali sulla germinazione di Anthyllis barba-jovis L. Plant Biosystems, Vol. 142, No. 2, pp. 275 – 286. 2008.
Soriano P., Estrelles E., Bianchelli M., Galiè M. & Biondi E. – Conservation aspects for chasmophytic species: Phenological behavior and seed strategies of the Central Apennine threatened endemism Moehringia papulosa Bertol. Plant Biosystems. Plant Biosystem, in stampa.