Orto Botanico dell’Università di Torino
- Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi - Università degli Studi di Torino
Viale P. A. Mattioli 25 - 10125 Torino
tel: +39 011.6705970 (Prof.ssa Siniscalco), 328 7093005 (dott.ssa Bouvet), 338.9581569 (dott.ssa Fossa per prenotazioni visite guidate), fax: +39 0116705962
email: consolata.siniscalco@unito.it
web: http://www.ortobotanico.unito.it - RESPONSABILI Prof.ssa Consolata Siniscalco (tel. 011.6705970)
- ORARI Per la stagione 2020 l'Orto Botanico è aperto dal 6 giugno al 25 ottobre; il sabato dalle 15 alle 19, la domenica e i festivi dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (fino al 30 giugno orario continuato dalle 10 alle 19). Per adeguarsi alle normative di sicurezza COVID, il numero dei visitatori deve essere contingentato ed è concesso l’ingresso esclusivamente ai visitatori prenotati (ulteriori informazioni e modulo per la prenotazione: https://www.ortobotanico.unito.it/it/info-la-visita/apertura)
- INGRESSO -a pagamento. Biglietto intero 5 euro; biglietto ridotto 3 euro (bambini dai 6 ai 12 anni, adulti oltre 65 anni, soci T.C.I., soci Fai, disabili, Torino + Piemonte Card); biglietto cumulativo 50 euro (per gruppi organizzati di massimo 25 persone, su prenotazione); -gratuito per i possessori di Tessera Abbonamento Musei, bambini sotto i 6 anni, accompagnatori di disabili, Associazione Amici dell'Orto Botanico di Torino
- BOOKSHOP sì
- SUPERFICIE circa 3 ettari
- VISITE GUIDATE Visite guidate comprese nel biglietto di ingresso, il sabato ore 15.30 e 17, la domenica e i festivi 10.15, 11.30, 15.30 e 17. Su prenotazione per scuole e gruppi organizzati. Per la stagione 2020 le visite guidate sono sospese fino a nuovo avviso.
- INDEX SEMINUM
Cenni storici
Le “tracce”di un Orto Botanico universitario in Piemonte, risalgono al 1560 quando, presso lo Studio di Mondovì, fu istituita una “Lettura dei semplici”, trasferita a Torino nel 1566 e progressivamente decaduta insieme allo Studio torinese per le guerre e l’impoverimento della Corte.
L’istituzione del nuovo Orto Regio si realizza nel 1729 con Vittorio Amedeo II nell’ambito del progetto di riorganizzazione dell’Università. La “Lettura dei semplici” venne sostituita con la “Cattedra di Bottanica”, affidata a G.B.Caccia che oltre ad occuparsi dei semplici e della revisione dei loro usi, avvia studi floristici sulle specie spontanee del territorio e sulle esotiche, per la loro introduzione e acclimatazione.
L’area dell’Orto era inizialmente di circa 7000 metri quadrati, ripartiti in due settori rettangolari, ciascuno con una vasca centrale, suddivisi in aiuole geometriche.
Nella seconda metà del XVIII secolo ebbero grande rilevanza gli studi floristici: il secondo Direttore Vitaliano Donati, compì numerose esplorazioni in Piemonte e all’estero; il suo successore, Carlo Allioni autore della “Flora Pedemontana” fu uno dei più importanti studiosi europei dell’epoca. Arricchì le colture vive dell’Orto ed iniziò la collezione di exsiccata, che costituiscono un importante nucleo dell’attuale Erbario. Inoltre le entità coltivate vennero in parte rappresentate mediante acquarelli eseguiti da pittori-botanici con rigore scientifico e talento artistico e furono raccolti nei 64 volumi dell'”Iconographia Taurinensis“, iniziata nel 1752 e proseguita sino al 1868, che rappresenta un unicum di circa 7500 tavole.
Nella prima metà dell’1800 nel giardino fu allestito un viale centrale e fu costruita una terza vasca: alcuni esemplari arborei di quel periodo prosperano ancora oggi (Tilia tomentosa e Liriodendron tulipifera), altri sono perduti, come Zelkova crenata, colpito da Graphium ulmi e abbattuto nel 1985.
Nello stesso periodo fu allestito, sull’appezzamento donato nel 1796 da Vittorio Amedeo III, un “Boschetto” di gusto romantico. Sotto la direzione dei vari Direttori continuò l’incremento delle collezioni vive, in piena terra e nelle serre che furono via via costruite. Le specie coltivate arrivarono con G.G. Moris a 12000 e questo fu il periodo di massimo splendore per le collezioni vive.
Con il mutare dell’indirizzo degli studi botanici, alla fine del 1800 l’Orto andò perdendo spazi e mezzi a vantaggio di nuovi laboratori e aule. Già dal 1881 la costruzione dell’Aula Magna, di laboratori e di un locale più ampio per l’Erbario determinarono lo smantellamento delle serre nella parte centrale dell’edificio; nel 1929 altre riduzioni furono imposte per la costruzione di aule destinate alla Botanica Farmaceutica e per la Biblioteca.
E’ storia di oggi l’ulteriore smantellamento delle serre dell’ala Ovest per la costruzione dell’Istituto di Botanica Speciale Veterinaria e di aule per esercitazioni. Una “novità” positiva fu nel 1962-63 l’allestimento di un Alpineto dove in nicchie, fessure e colaticci si ricrearono microambienti per la coltura di specie dell’orizzonte alpino. Negli ultimi anni sono state costruite alcune serre per le collezioni di piante succulente.
Dal 1995 è stato affrontato un progetto di ristrutturazione completa dell’Orto, che segue alcune delle linee programmatiche indicate per i moderni Orti Botanici italiani e stranieri.
Nel 1996 è stato allestito un percorso per ipovedenti e non vedenti dotato di cartelli con disegni e testi in rilievo e con scritte anche in Braille, relativi a specie particolarmente note o di uso corrente (es. lavanda, melograno, rosa ecc.).
Un settore è stato dedicato alle specie officinali, considerate in relazione alla loro importanza storica e attuale. La maggior parte delle aiuole sono dedicate alle collezioni sistematiche.
Anche il “Boschetto” è stato oggetto di rilettura: sono state aggiunte specie tipiche del bosco planiziale delle zone occidentali della Pianura Padana, sulla base di studi palinologici a partire dal Villafranchiano (Taxodium, Sciadopitys, Sequoiadendron, ecc.). Valorizzando i begli esemplari introdotti decenni fa come specie esotiche (Carya, Pterocarya, Zelkova, Pseudotsuga, ecc.), si è individuato un percorso che mostra l’aspetto che tali specie conferivano all’ambiente planiziale prima della selezione floristica operata dalla glaciazioni.
Per alcune specie di grande rilevanza forestale attuale come Abete bianco, Abete rosso e Faggio, viene fornito un quadro (anch’esso derivato dalle informazioni palinologiche) delle vie di ricolonizzazione che, a partire dalle zone di rifugio nelle quali erano state relegate dalla pressione delle pulsazioni glaciali, hanno portato alla costituzione degli areali moderni.
Su una riva particolarmente ben esposta (Sud-Est) nel 2003 sono state messe a dimora antiche cultivar di fruttiferi collegate ai modelli di Garnier-Valletti riuniti nella collezione pomologica torinese esposta da pochi mesi nel nuovo “Museo della Frutta”.
Nel 2007 è stata completata la realizzazione di una nuova grande serra nella zona del giardino in sostituzione di una precedente ormai obsoleta: in essa sono state introdotte entità del Sud Africa, ambientate in modo da evocare scenograficamente foresta dello Tsitsikamma, il Fynbos, il Richtersveld, il Karoo.
Struttura e organizzazione
L’Orto Botanico è parte del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino.
E’ nominato dal Rettore un Direttore (attualmente la Prof.ssa Consolata Siniscalco) che individua coordina e realizza le linee scientifiche e i programmi didattici.
Fanno parte del personale 1 giardiniere a tempo indeterminato e due braccianti agricoli stagionali (a rotazione).
Le visite guidate per le scolaresche sono gestite direttamente dall’Orto e affidate a guide naturalistiche laureate in Scienze naturali e/o Scienze Forestali.
Le visite guidate per il pubblico da metà aprile a metà ottobre nei fine settimana e nelle festività sono affidate ad una Società o Cooperativa esterna che garantisce la presenza contemporanea di due guide.
Le principali collezioni
- Aiole sistematiche in piena terra: circa 1600 entità.
- Serra piante succulente: 500 specie dei diversi continenti (Famiglie più rappresentate Cactaceae, Euphorbiaceae, Aizoaceae, Compositae, Liliaceae).
- Serra tropicale seminterrata: 380 specie (Famiglie più rappresentate: Orchidaceae, Bromeliaceae).
- Serra delle Aloaceae e Agavaceae: 60 specie del genere Aloe e Agave.
- Serra nuova del Sud Africa: circa 500 specie (Famiglie più rappresentate: Aloaceae, Geraniaceae, Liliaceae, Aizoaceae, Amaryllidaceae, Compositae).
- Alpineto: 250 specie montane ed alpine.
- Percorso per ipovedenti e non vedenti: 16 punti di osservazione con appositi cartelli con scritte in grandi caratteri ed in alfabeto Braille.
- Collezione “Garnier-Valletti”: 50 esemplari di antichi fruttiferi corrispondenti ai modelli pomologici realizzati da Garnier-Valletti nel 1800.
- Boschetto: circa 300 specie arboree e arbustive.
Tutte le collezioni riportate sono schedate in un database di Microsoft Access.
Attività e progetti
Come per tutte le istituzioni scientifiche, struttura e funzione degli Orti sono in continuo mutamento a seconda delle esigenze del contesto sociale e culturale di cui fanno parte.
La prima azione è stata il rinnovo della cartellonistica che ha sostituito i vecchi cartelli che riportavano il solo binomio con altri esplicativi anche dei caratteri, dell’areale della specie e degli usi e curiosità. Tale cartellonistica riguarda alberi, arbusti e le famiglie.
La didattica rimane certamente prioritaria, ma a fronte della semplice ostensione di specie della flora locale, si cerca di inserire nelle aiuole dedicate alle singole famiglie le entità che presentano i più significativi caratteri per lo studio sistematico e per le valutazioni tassonomiche. In questo modo pur cercando di mantenere l’ostensione di specie utili e di curiosità esotiche, si offrono altri parametri di studio, di primaria attualità scientifica.
Su questa linea sono state realizzate le aiuole delle Peoniaceae e delle Ranunculaceae ed anno per anno si intende provvedere a reinterpretare le più importanti famiglie. La priorità sarà data alle Compositae ed alle Labiatae.
Sono in atto progetti didattici che coinvolgono scuole di ogni ordine e grado: sono proposte visite guidate su vari argomenti, in accordo con i docenti, e vengono anche realizzate lezioni preparatorie in aula.
L’apertura al pubblico, con possibilità di visite guidate, tutti i sabati, domeniche e festività da aprile a ottobre, e le mostre temporanee accompagnate da conferenze sul tema completano la proposta didattica di educazione ambientale.
Nell’Orto trovano posto raccolte di specie che forniscono il materiale per ricerche chemotassonomiche, di biologia molecolare e microscopia elettronica in atto nei nostri laboratori. I risultati vengono illustrati nell’Orto in termini semplici.
Per ciò che riguarda la biodiversità, tenendo presente che molte delle specie mantenute ex situ presentano un patrimonio genetico piuttosto uniforme, poiché il materiale coltivato proviene spesso da uno o pochi individui originari che non rappresentano il complesso genetico di una popolazione, nelle nostre serre si cerca di avere campioni di provenienza diversa effettuando scambi con altri Centri di raccolta mondiali.
Il terzo tipo di collezione vivente che viene oggi proposta riguarda la presentazione non di singole entità, ma di consorzi vegetali caratteristici di ambienti di particolare interesse ecologico (Serra Nuova – Sud Africa)
E’ presente una spermatoteca con 727 specie.
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