Nuova Gussonea – Mt. EtnaNuova Gussonea – Mt. Etna

  • Giardino botanico "Nuova Gussonea" - Mt. Etna - e-mail: info.nuovagussonea@gmail.com - epolimar@unict.it - Tel. : +39.3480439716
  • RESPONSABILI - Responsabile scientifico: Prof. G. Giusso del Galdo - Università degli Studi di Catania; Responsabile tecnico-forestale: Dr. A. Sirna - Dipartimento Regionale per lo Sviluppo rurale e territoriale, Servizio Territorio di Catania (già Azienda Foreste Demaniali Regione Sicilia)
  • ORARI da lunedì a venerdì: 9,00-13.00 (chiuso in inverno) - si consiglia verificarne l'apertura
  • INGRESSO gratuito
  • BOOKSHOP no
  • SUPERFICIE oltre dieci ettari
  • VISITE GUIDATE gratuite, su prenotazione ( +39.3480439716)
  • INDEX SEMINUM no

1- CENNI STORICI

Il giardino Nuova Gussonea è ubicato sull’Etna, vulcano attivo più alto d’Europa, nel cuore della regione mediterranea. È localizzato a 1700 m s.l.m., in contrada Carpinteri (Comune di Ragalna) e  ricade nel Demanio Regionale etneo, in un’area sottoposta a particolari norme di salvaguardia in quanto sita nel Parco naturale dell’Etna (zona B) e in un Sito  di  Interesse Comunitario (SIC).

Viola aetnensis

È stato istituito tramite una convenzione tra  l’Università degli Studi di Catania e la Direzione Generale delle Foreste della Regione Sicilia, “tale da rappresentare non solo una base di studi e di ricerche sulla biologia ed ecologia di specie montane, ma anche un centro di attrattive ed incentivazioni sociali e di valorizzazione ambientale”. La “direzione tecnico-scientifica” venne affidata all’Università di Catania, mentre le “funzioni tecnico-forestali ed amministrative” furono affidate all’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia.

La denominazione ‘Nuova Gussonea’ è stata scelta sia per ricordare il noto studioso della flora sicula, Giovanni Gussone, sia per dare continuità ad una iniziativa similare, ad opera di Fridiano Cavara, che fondò (1903) sul versante meridionale dell’Etna il giardino botanico ‘Gussonea’, la cui attività ebbe breve durata.

Sin dall’inizio l’area è stata dotata degli impianti e delle attrezzature fisse occorrenti come: viabilità, recinzione, serbatoi idrici e rete di irrigazione sotterranea, oltre che apparecchiature tecniche e scientifiche. Vi è stato anche realizzato un ponticello in legno per l’attraversamento del torrente stagionale che solca una parte dell’area.

Vi si accede tramite una pista carrozzabile che porta al  Rifugio – costruito su progetto offerto dall’Arch. Francesco Marchese di Catania – comprendente una grande vasca di raccolta delle acque piovane. Da esso si diparte una rete di sentieri pedonali che lo collegano ai vari settori. Detto Rifugio, punto di riferimento per le varie attività, è stato dedicato a Valerio Giacomini, per onorare la memoria dell’insigne Maestro che ha fondato la Scuola di Fitosociologia nell’ Ateneo catanese.

Sulla facciata del Rifugio, in occasione dell’inaugurazione (nel 1981), è stata scoperta una targa bronzea, sulla quale si legge: “A Valerio Giacomini, che scienza ed umanità congiunse, l’Università di Catania, grata del magistero autorevole”.

Il giardino etneo, pur essendo assimilabile ad altri giardini alpini e di montagna ed orti botanici, si differenzia essenzialmente da essi, non solo in quanto sito  sul vulcano più attivo d’Europa e in piena regione mediterranea, ma anche per la struttura e funzione che ad esso si è inteso dare.

2 – STRUTTURA E  ORGANIZZAZIONE

Dell’estensione di oltre 10 ettari, il giardino è compreso in un ampio scenario naturale con sullo sfondo i fumanti crateri sommitali del vulcano e trovasi  in una zona ove la vegetazione forestale, rappresentata da formazioni a  Pinus laricio, entra in  contatto con la vegetazione a pulvini spinosi (Astragalus siculus) del piano di alta montagna.

Rifugio Valerio Giacomini

L’area del giardino  ha una morfologia variabile, con inclinazione prevalente verso sud-ovest; essa è attraversata sul lato nord-ovest da un modesto solco erosivo, scavato  dalle  acque di scorrimento superficiale.

Sul lato est è presente  una colata lavica del XIII° secolo che si estende da nord a sud.

Il giardino, che contiene solo piante etnee, è stato organizzato tenendo presente il ruolo sinecologico dei vegetali, partendo cioè dalla considerazione che essi in natura non vivono isolati, ma riuniti in comunità. Sulla base di tale principio il giardino è stato organizzato  in modo da poter ospitare, oltre che diverse collezioni della flora etnea, anche comunità vegetali scelte fra quelle che più caratterizzano il territorio etneo.

Grazie alla sua vasta superficie il giardino ha consentito l’impianto, sin dai primi anni, di comunità boschive proprie del  paesaggio etneo, ai vari livelli altitudinali, che  si sono aggiunte alla vegetazione boschiva naturale già presente nell’area (Pineta a Pinus laricio) con conseguente incremento  della Biodiversità dell’Arboreto (Arboretum aetenum).

Sedum acre

In tal modo il giardino viene ad assumere caratteristiche tali da renderlo diverso da altri giardini e orti botanici. Se a ciò si  aggiunge la sua ubicazione, ben si comprende il suo spiccato carattere di singolarità.

Il giardino è sede di ricerca scientifica e di sperimentazione permanente nel campo della biologia ed ecologia vegetale. Ha tra gli obiettivi la conservazione della Biodiversità, in situ e soprattutto ex situ, con particolare attenzione alle specie endemiche, rare o in pericolo di estinzione.

Esso potrà costituire un nucleo funzionale di riferimento (source area) per una rete ecologica etnea.

Ruolo significativo ha nel campo dell’educazione ambientale, quale centro di promozione ed educazione ecologica permanente nel Parco naturale dell’Etna.

Nel corso degli anni, attraverso un’intensa ed incessante attività, condotta in proficua collaborazione col Dipartimento Regionale per lo Sviluppo rurale e territoriale, Territorio di Catania, sono stati organizzati i vari settori, in modo da favorire l’introduzione e l’adattamento di sempre più numerosi elementi della flora etnea.

3 -LE PRINCIPALI COLLEZIONI

Nell’area del  giardino sono presenti  diversi settori,  comprendenti   le varie collezioni e un vivaio.  Il vivaio, posto in prossimità del Rifugio, è organizzato  in  numerosi filari, che complessivamente  possono   ospitare fino a 3500 vasi. In esso  le  piante, provenienti dalle varie  parti del territorio etneo, vengono disposte seguendo l’ordine filogenetico. Delle varie specie, dopo la fase di  acclimatazione, vengono prelevati alcuni esemplari da mettere a dimora in pieno campo nei settori di competenza.

Boschetto di Betula aetnensis da impianto

Fra le collezioni si ricordano:

  • aree abbastanza estese, localizzate per lo più al di là del torrente, ove sono stati impiantati, sin dai primi anni, i cosiddetti “boschetti”, cioè comunità boschive, scelte fra quelle caratterizzanti il paesaggio vegetale dell’Etna, ai diversi livelli altitudinali. Fra tutte degne di nota sono il boschetto di  Betula aetnensis, specie endemica dell’Etna, e la cenosi a Quercus suber, specie in pericolo di estinzione nell’area etnea;
  • Un’aiuola destinata ad ospitare specie endemiche dell’Etna;
  • la collezione dendrologica dell’Arboreto, destinata a contenere il maggior numero possibile delle piante legnose etnee (oltre un centinaio) ed ancora in corso di realizzazione;
  • parcelle sperimentali per fini applicativi.

Boschetto di Fagus sylvatica da impianto

Sono presenti  inoltre:

  • superfici laviche per la conoscenza dei processi della colonizzazione vegetale, anche per fini applicativi;
  • una grotta lavica per poter osservare, anche a scopo didattico, gli adattamenti dei vegetali alla progressiva diminuzione dell’intensità luminosa.

4 – ATTIVITA’ E PROGETTI

L’introduzione nel giardino di specie provenienti da altre aree del territorio etneo è stata ed è l’attività prevalente, che ha consentito di introdurre in esso un numero sempre crescente di entità della flora etnea. Di esse una parte è riuscita a diffondersi spontaneamente nei diversi habitat che il giardino offre, contribuendo così ad aumentarne la Biodiversità in situ.
Le piante introdotte vengono deposte nel vivaio, ove vengono classificate, etichettate e registrate in apposite rubriche.  Dopo il periodo di acclimatazione vengono prelevati, per le varie specie, alcuni esemplari e messi a dimora  negli  ambienti di pertinenza, andando ad arricchire  le varie collezioni.
Censimenti annuali  vengono effettuati nelle diverse aree e collezioni, consentendo così il monitoraggio delle sperimentazioni in corso.
Nel giardino si opera inoltre nel campo della formazione e dell’ educazione ambientale. Diversi studenti dell’Università di Catania vi hanno compiuto attività per la preparazione della tesi di laurea o di dottorato di ricerca; altri vi hanno svolto attività per stage pre– o post-lauream.
Nel campo dell’ educazione ambientale  il giardino ha  un ruolo estremamente significativo, costituendo un centro di promozione ed educazione ecologica permanente nei confronti di un vasto pubblico, costituito  sia da visitatori, studiosi, scolaresche di ogni ordine e grado, sia da turisti italiani e stranieri che vengono a visitare il giardino dopo essersi recati (tramite la vicina Funivia dell’Etna) nelle parti sommitali del vulcano. Il giardino, per la struttura e funzione che ad esso si è voluto dare, costituisce per essi un valido strumento culturale per la conoscenza delle specie  vegetali e degli ecosistemi di cui esse sono parte integrante, quindi della Biodiversità. Detto ruolo viene ad assumere la massima importanza nel più ampio contesto del Parco naturale dell’Etna, al cui interno il giardino è ubicato.
Nel corso degli anni e  in occasione di specifiche ricorrenze, il giardino ha organizzato incontri e Convegni, anche a livello internazionale, su temi specifici ed evidenziando il significato degli Orti e Giardini Botanici per la conservazione della Biodiversità e per  l’educazione ambientale.
La raccolta dei semi in situ e nell’area del giardino ha consentito la realizzazione, per diversi anni, dell’ Index Seminum, con scambi a livello internazionale. Detta raccolta inoltre è stata collegata annualmente con la Banca del Germoplasma dell’Università di Catania.

       5  – BIBLIOGRAFIA

  1. Poli Marchese E. 1981 – Inaugurato il Giardino alpino dell’Etna, nel ricordo di Valerio Giacomini. Natura e Montagna, 4: 25-28.
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  12. Poli Marchese E., Distefano M. e  Romano E., 1998 – Ruolo del Giardino botanico Nuova Gussonea nel Parco Naturale dell’Etna. Internat. Symposium on Botanic Gardens: Past, present,  future. Padova, Italy – June 1995, Muscol. sci, 14 (1), Suppl.: 527-529.
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  14. Poli Marchese E. e Turrisi R., 2007 –  Il Giardino Botanico “Nuova Gussonea” (Etna, Sicilia): ricchezza floristica e specie   di interesse fitogeografico. In Convegno : “Conservazione della biodiversità negli Orti botanici e nei  Giardini alpini e di  montagna”. 25° anno di attività del Giardino Botanico “Nuova Gussonea” dell’Etna – Nicolosi 1-2 Giugno 2005. In Boll. Acc. Gioenia di Sc. Nat., vol. 40, n. 368: 102-112, Catania.
  15. Poli Marchese E. e Turrisi R., 2014 – Piante introdotte diffuse spontaneamente nel giardino botanico Nuova Gussonea dell’Etna nei trent’anni di attività (1979-2009). In Proceedings of the Meeting: “La conservazione in situ ed ex situ  ed il count-down 2010″, nel 30° anno dalla fondazione del giardino botanico Nuova Gussonea dell’Etna (Catania 11-13 Ott. 2009). In Boll. Acc. Gioenia di Sc. Nat.,  vol. 47, 377,  55-62. Catania.